Le casse di espansione sono realtà: "Alluvioni, un’opera monumentale"

A settembre del 2006 tracimarono i fossi e fu catastrofe. Il sindaco: "Questa è una data storica"

Le casse di espansione sono realtà: "Alluvioni, un’opera monumentale"

Le casse di espansione sono realtà: "Alluvioni, un’opera monumentale"

Era la notte tra lunedì 25 e martedì 26 settembre 2006 quando la tracimazione di fossi e canali mise in ginocchio Falconara, dopo un’ondata di maltempo eccezionale che coinvolse gran parte della provincia di Ancona. Un evento alluvionale di portata spaventosa, non l’unico, che mandò sott’acqua la zona industriale, l’aeroporto, ma soprattutto le frazioni come Castelferretti, Villanova e Fiumesino. Case, aziende, auto travolte dal fango: la piena lambì persino la raffineria e sommerse lo storico hotel Avion. Da allora si è lavorato in una corsa ad ostacoli tra finanziamenti (e definanziamenti) e progetti per contrastare il rischio idrogeologico. Ecco perché, il 16 aprile 2024 è "una data storica per la nostra città". Parole pronunciate dal sindaco di Falconara Stefania Signorini, ieri, sull’argine del fosso San Sebastiano, alla consegna delle due casse di espansione (l’altra sul Cannetacci, ndr). Sono stati infatti ultimati i lavori portati avanti da Regione Marche e Consorzio di Bonifica, nell’ambito di un accordo con la Provincia e i Comuni interessati. "L’investimento è consistente, pari a circa 3 milioni e 500mila euro – ha ricordato l’assessore regionale a Difesa del suolo e Risorse idriche Stefano Aguzzi –. È nostra priorità scongiurare il ripetersi di fenomeni alluvionali dalle conseguenze devastanti". A ruota Claudio Netti, amministratore unico della Bonifica Marche Engineering, società in house del Consorzio: "Nel 2006, quando c’è stata l’alluvione, i danni, se riportati ad oggi, superano i 100 milioni di euro. Abbiamo speso 17 milioni mettendo il territorio in assoluta sicurezza. La prevenzione costa meno della riparazione". Le rassicurazioni, a tecnici e politici presenti ieri, da parte del presidente dell’Assemblea del Consorzio Francesca Gironi: "Quest’opera ha una capacità sufficiente per contenere una piena tale da verificarsi ogni 200 anni". Le casse invaseranno rilevanti volumi d’acqua (475mila metri cubi quella sul San Sebastiano, 254mila quella sul Cannetacci) che, una volta superata l’onda di piena, verranno restituiti in maniera graduale al territorio, abbassando le soglie di criticità e scongiurando l’allagamento delle aree antropizzate. Adeguate anche le sezioni idrauliche. "Ora sistemeremo i collegamenti fra le casse e il fosso della Liscia per completare l’opera", ha concluso Netti. "In due anni dovremmo riuscirci", ha spiegato il dirigente della Protezione civile regionale Stefano Stefoni. A interventi conclusi, i Comuni di Falconara, Camerata Picena (presente, ieri, anche il sindaco Davide Fiorini) e Ancona potranno richiedere "la deperimetrazione dal Pai, il Piano di assetto idrogeologico" per le aree sensibili, ha aggiunto.

Giacomo Giampieri