
L’affollata assemblea di mercoledì contro l’impianto Edison alla Zipa
Levata di scudi contro l’impianto di rifiuti Edison nella zona Zipa di Jesi. La mobilitazione è proseguita mercoledì sera, in una partecipata riunione dell’Assemblea permanente nei locali dell’ex circoscrizione di via San Francesco, in cui è stata ribadita una netta contrarietà. Un progetto che a Jesi non s’ha da fare, hanno spiegato i promotori del ‘fronte del no’ in una brochure, "perché gli jesini e i cittadini dei comuni limitrofi non vogliono questo impianto molto inquinante, come è stato spiegato e discusso nell’inchiesta pubblica fatta al Federico II nei giorni 26 e 30 settembre. Non vogliono lavorazioni per smaltimento amianto e immissione di sostanze velenose nell’aria, perché i valori della qualità dell’aria sono già compromessi su tutta la Vallesina", ricordando che il comune "rientra nell’ex area Aerca", Area ad elevato rischio di crisi ambientale, citando atti e delibere regionali. Mentre monta una preoccupazione diffusa, è stata ribadita l’urgenza di produrre altre iniziative di protesta come sit-in, manifesti e striscioni (che già tappezzano la città) e un ulteriore corteo (ancora da definire). Tra le richieste indifferibili dell’Assemblea, che chiede alla città, compatta e unita, di "lottare" contro l’impianto, quella rivolta alle Istituzioni di "impegnarsi tempestivamente perché non venga permessa in alcun modo la realizzazione del progetto". Ieri mattina, intanto, il gruppo consiliare Jesiamo è tornato alla carica, chiamando in causa il sindaco Lorenzo Fiordelmondo: "Chiarezza e soprattutto no – hanno scritto i consiglieri –. Ma è possibile dire che se ci troviamo ancora oggi nell’incertezza, e soprattutto con il pericolo reale di avere a Jesi, nel cuore della città, un impianto che tratterà rifiuti pericolosi, fra cui l’amianto, la responsabilità politica, e non solo, è tutta di chi, il sindaco di Jesi, messo a conoscenza del progetto almeno da marzo 2023, ma sicuramente anche da prima, per un anno ha taciuto alla città questo pericolo e, soprattutto, non ha fatto quanto poteva e doveva fare? E mentre lui taceva, l’iter amministrativo procedeva con quel colpevole e dannoso silenzio, poi estesosi a qualcun altro". La richiesta di Jesiamo: "È ora che il Comune di Jesi dica senza ritrosie o ipocrisie un no forte e motivato al progetto, cercando la condivisione di tutte le forze politiche ed i gruppi consiliari in un atto ufficiale, da presentare in Conferenza dei Servizi, in Provincia". Ad onore del vero, a fine anno, Fiordelmondo aveva detto "non diciamo no ad Edison, ma diciamo no a quell’impianto, grazie ad un percorso partecipativo aperto che non era mai stato compiuto in città e che rappresenta un dato di esperienza anche per le scelte future".