Liste d’attesa Tra Cup in tilt e prenotazioni paradossali

Il numero telefonico risultava sempre occupato e in molti si sono presentati agli sportelli con lunghe attese. L’odissea di un lettore

Liste d’attesa Tra Cup in tilt e prenotazioni paradossali

Liste d’attesa Tra Cup in tilt e prenotazioni paradossali

Il numero telefonico del Cup regionale da telefonino risultava occupato sia lunedì che ieri mattina, molti si sono così riversati agli sportelli dove si sono accumulate code e proteste. Ieri mattina alle 11 al Cup dell’ospedale Carlo Urbani c’erano una cinquantina di persone in attesa per i vari servizi. "Sono qui da mezz’ora e ho 37 numeri davanti a me, nel frattempo cerco di chiamare al telefono ma da’ sempre occupato – riferisce una signora – Ho provato anche dall’App Mycup Marche ma dovendola prenotare privatamente non me lo ha fatto fare". "Si figuri che io devo fare due file diverse quindi dovrò attendere il doppio" aggiunge un’altra signora.

C‘è anche chi prendendo il bigliettino si accorge dell’attesa che dovrebbe affrontare e allora se ne va. Attorno all’ora di pranzo il numero telefonico del Cup Marche ha ripreso a funzionare anche se con attese piuttosto lunghe: la situazione dal primo pomeriggio di ieri dovrebbe essere rientrata.

Ma intanto resta critico il nodo delle liste di attesa. A denunciare quanto accadutogli è un nostro lettore: "Ho provato a prenotare sul portale sanità Regione Marche, servizio sanitario nazionale una risonanza magnetica al ginocchio in una struttura delle Marche. La risposta del sistema è stata: ‘Nessun risultato nell’area di ricerca selezionata’: quindi non tra quindici giorni, o due mesi o un anno: proprio niente nelle strutture sanitarie della regione Marche. Per converso all’ospedale di Senigallia mi hanno prenotato la prestazione in libera professione (ma utilizzando macchinari pagati dal servizio pubblico), presumo per il 24 aprile al costo di 144 euro. Stranamente prenotando in un centro non convenzionato ho ottenuto un appuntamento per il 23 aprile al costo di 145 euro, il quale prevede quindi l’utilizzo di macchinari non pagati dal servizio pubblico. Non lo trovate buffo? Dunque, nonostante la nostra Costituzione preveda il diritto alla salute, nonostante abbia versato e continui a versare una quota del mio reddito per usufruire del servizio sanitario pubblico e nonostante sull’impegnativa ci sia scritto che la prestazione strumentale deve essere fornita dal Sistema sanitario nazionale entro 60 giorni, devo pagare una prestazione privata per affrontare un problema che complica la mia deambulazione. A quale altra regione mi sarei dovuto rivolgere? Non si tratta forse – conclude il cittadino – di un caso lampante di interruzione di pubblico servizio?".

Sara Ferreri