NICOLO' MORICCI
Cronaca

Lo chef di Pechino Express Andrea Belfiore: "E ora mi metto a cucinare con i ragazzi più speciali"

Lo chef e batterista Andrea Belfiore, vincitore di Pechino Express, partecipa a un evento solidale al Centro Papa Giovanni XXIII, con laboratori di cucina e pasta fatta in casa. Promuove l'integrazione attraverso la passione per la cucina e la musica.

Lo chef e batterista Andrea Belfiore, vincitore di Pechino Express, partecipa a un evento solidale al Centro Papa Giovanni XXIII, con laboratori di cucina e pasta fatta in casa. Promuove l'integrazione attraverso la passione per la cucina e la musica

Ancona, 11 maggio 2024 – Il vincitore di Pechino Express, lo chef e batterista anconetano Andrea Belfiore, al Centro Papa Giovanni XXIII per un golosissimo ´pasta making party´. L’evento solidale del 18 maggio (il ricavato sarà interamente devoluto al Centro) vedrà protagonisti non solo i ragazzi di Fricchiò ma anche il compagno di avventura di Joe Bastianich (ora in Honduras, a ´L’isola dei famosi´), con cui ha trionfato a Pechino Express, nel team ´Gli Italoamericani´.

Belfiore, hanno invitato anche lei in Honduras?

"Sì, mi hanno chiamato sia per ´L’isola´ sia per il ´Grande Fratello´, ma ho rifiutato. Non perché voglia snobbare questi format, tutt’altro. Semplicemente, al momento penso che non sia la scelta giusta per me. Ho ancora tanto da dare e da imparare. Se dovessi andare in tv, vorrei portare ciò che so fare, così da potermi esprimere al meglio".

Joe lo guarda?

"(ride, ndr) Lui è un grande, è sempre rimasto semplice e umile. Secondo me, laggiù, muore di fame e tribola un bel po’".

Il 17 e il 18 maggio, lei sarà ospite al Centro Papa Giovanni XXIII. Di cosa si tratta?

"Quello del 17 sarà un laboratorio di cucina in cui incontrerò solo i ragazzi del Centro. Tra l’altro, so che uno di loro è un batterista, come me. Quello del 18, invece, sarà un evento aperto al pubblico (prenotazioni a info@fricchio.it): alle 18, faremo la pasta fatta in casa e dalle 20 aperitivo e cena. Ci sarà molta ´ancunetanità´ nei piatti, dal grilled chees all’anconetana ai paccasassi, passando per lo stoccafisso".

La cucina è integrazione, specialmente per i disabili…

"Non userei la parola ´disabili´, non amo questa distinzione, siamo tutti uguali e umani. La cucina è un mezzo di condivisione formidabile, come la musica. Dietro un piatto, ci sono lavoro di squadra, ascolto e amore. Ai fornelli, si impara, ci si innamora di qualcosa. E avere una passione può cambiare la vita, anche (e soprattutto) a chi si sente incapace o diverso. Innamorarsi è la chiave, facciamo un bel respiro e ascoltiamoci di più".

Se dico volontariato?

"Sono da sempre legato a questo mondo: ho iniziato in Croce Gialla a 16 anni. Sono stato volontario fino a 21, quando sono partito per il Berklee College of Music di Boston".

Il suo primo ricordo in cucina?

"Gli gnocchi alla papera (anconetana) fatti con nonna Anna. Dopo le partite a carte con la sua amica Antonietta, facevamo delle gran mangiate".

La sua pasta preferita?

"Il tortellino, simbolo dell’italianità, della pasta fatta in casa. Sono innamorato dell’arte di stendere la sfoglia, di usare il mattarello. Una tradizione molto sentita in Emilia Romagna, ma anche nelle Marche. Basti pensare agli strozzapreti o al maccheroncino di Campofilone".