Malata di tumore: "Vado negli Usa". Servono 400mila euro per curarsi: "Lotto da tre anni, non ho scelta"

Cristiana Cascia, maestra di scuola primaria di Moie, ha un cancro ovarico. Ha lanciato un crowfunding "Ho già ricevuto 286 donazioni, c’è chi ha donato anche 500 euro. Ho spazzato via la mia vita, voglio farcela"

Cristiana Cascia di Moie è una maestra di scuola primaria (a Castelbellino stazione) che da quasi due anni lotta contro un tumore ovarico

Cristiana Cascia di Moie è una maestra di scuola primaria (a Castelbellino stazione) che da quasi due anni lotta contro un tumore ovarico

Ancona, 20 settembre 2023 – "Non so se le cure sperimentali in America potranno fermare la malattia ma è l’unica speranza che ho di poter continuare a vivere: in Italia non ci sono più cure per me". Cristiana Cascia di Moie è una maestra di scuola primaria (a Castelbellino stazione) che da quasi due anni lotta contro un tumore ovarico. Nei giorni scorsi ha lanciato il crowdfunding per poter continuare a sperare di arrestare una malattia che nonostante le chemio e le terapie sembra invincibile. Obiettivo raggiungere 400mila euro. In tre giorni Cristiana ha raggiunto 286 donazioni e ha raccolto 13.323 euro grazie alla solidarietà di tanti. C’è anche chi ha donato e sono più d’uno. dai 300 ai 500 euro. Una storia di dolore ma anche di grande speranza.

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Cristiana Cascia, perché ha deciso di lanciare una raccolta fondi?

"Lotto contro un tumore ovarico da dicembre 2021. La risposta della risonanza magnetica ha spazzato via tutto: la mia salute, il mio lavoro, i miei capelli, tutte le mie vecchie abitudini quotidiane e alimentari, e il rapporto con il mio compagno. Purtroppo a tutt’oggi le cose sono peggiorate sempre di più perché il tumore è avanzato ed è tra i più aggressivi. L’ho fatto per avere una speranza".

Si è sottoposta a diverse terapie?

"Ho iniziato il percorso di cura che prevede tre cicli di chemioterapia per ridurre la massa tumorale. Il 31 marzo dello scorso anno ho subito un intervento chirurgico e infine altri tre cicli di chemioterapia. Sembrava che questo percorso dovesse essere risolutivo, ma l’istologico ha dimostrato che la chemio aveva funzionato per meno del 50 %: è un tumore platino resistente. Infatti dopo due mesi dal termine della chemioterapia, è ricresciuto in fretta. Non ho mai smesso di fare chemioterapia, cambiando di volta in volta il farmaco che mi viene somministrato. Ho ricevuto 5 linee di cura, fra cui anche l’immunoterapia, senza benefici, e ora ho grossi problemi a camminare, andare di corpo e a digerire perché la linfa sta invadendo il mio corpo rendendolo rigido come il ferro e trascorro le giornate chiusa in casa. Allo stato attuale i protocolli oncologici non prevedono terapie efficaci".

Ha paura?

"Sì, di essere rimasta da sola ad affrontare una malattia così terribile. I miei genitori si prendono cura di me per quello che possono dato che sono anziani e con i loro problemi di salute".

Perché vorrebbe andare in America? Riuscirà ad affrontare il viaggio?

"Devo farlo. Grazie a mio fratello che vive vicino Filadelfia sono in contatto con gli ospedali americani che hanno sperimentazioni con gli anticorpi monoclonali ad esempio. Dall’ospedale di Los Angeles mi hanno chiesto dai 350 ai 900 mila euro. Solo per visionare i miei documenti mi hanno chiesto 128mila euro e la stima per il percorso di cura è di 374mila euro"

In Europa non ci sono possibilità?

"In Spagna potrebbe esserci una speranza. Ci stiamo informando".