Antonio, malato di Sla vince la sua battaglia: "Potrà avere lo Spid"

Beffa agli uffici: deve venire di persona. Dalla Regione alle Poste, mobilitazione dopo l’appello della moglie al Carlino: lo aiuteremo

L’ex cuoco Antonio Brocani insieme alla moglie Maila Pigliapoco

L’ex cuoco Antonio Brocani insieme alla moglie Maila Pigliapoco

Ancona, 3 settembre 2022 - Amor vincit omnia, anche la burocrazia. Quella di Antonio Brocani e di sua moglie Maila è un’incredibile storia d’amore più forte della Sla, una terribile malattia che da dieci anni tiene lui, ex cuoco di 61 anni, immobile e senza la possibilità di parlare e di battersi per i propri diritti. "Antonio è vivo, lotta per continuare a starci accanto da ormai undici anni, eppure non ha diritto di ottenere lo Spid, uno strumento ormai indispensabile". È questo il grido d’allarme lanciato al Carlino da Antonio Brocani e dalla moglie Maila Pigliapoco, mercoledì. Un appello accorato, che ha raccolto tanta rabbia, ma anche tanta solidarietà e tante offerte di aiuto, alcune delle quali si stanno rivelando decisive. Perché Antonio "esiste", come ricordava il cartello che Maila ha scritto per Antonio, scatenando una nuova onda d’amore, più forte di tutto. E ora anche Antonio Brocani potrà avere il suo Spid, come ciascun comune mortale. È bastato l’appello al Carlino per avere un ’eco mediatica di indignazione, ma anche una risposta corale di grande solidarietà.

Malato di Sla e immobile a letto, niente Spid: "Deve venire lui"

In tanti e da mezza Italia si sono offerti di aiutare Maila e Antonio nella loro piccola, grande battaglia: quella di riuscire a ottenere gli stessi diritti di una persona che riesce a muoversi e parlare. E alcuni si stanno rimboccando anche le maniche per andare a Jesi, a casa del cuoco malato di Sla, per risolvere il caso. Maila Pigliapoco da oltre due mesi contattava gli uffici per quello che pensava essere un diritto di ogni cittadino italiano, scoprendo invece con grande amarezza che suo marito non sembra essere più un cittadino come tutti gli altri. "Non è possibile – ha sottolineato – che un malato in queste condizioni, allettato e tracheotomizzato, non possa ottenere lo Spid, strumento oggi indispensabile per poter accedere a una serie di servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti, anche solo per prenotare una visita, chiedere dei bonus, registrare contratti, accedere al 730, pagare le tasse. Per di più lo abbiamo richiesto per consultare i referti online, ai quali a breve non potremo più accedere, non avendo lo Spid, e per la dichiarazione dei redditi. Ma abbiamo trovato u n muro".

Eppure Maila non si è data per vinta e il sasso lanciato ne llo stagno ha prodotto un’onda potentissima. Ieri, la svolta con la chiamata dalla Regione, che le ha teso una mano. "Dopo il vostro articolo – spiega la donna –, il telefono è stato subissato di chiamate. Tanti giornalisti, tante tv e servizi si sono dedicati a questa ingiustizia e grazie a tutto questo ci siamo. Antonio è felicissimo e spera che questa piccola grande battaglia possa essere d’aiuto a tutti coloro che come lui stanno male. Ci hanno contattato dalla Regione e assicurato che i tecnici di una società marchigiana che si occupa di questi servizi verranno a fare lo Spid. Ci hanno contattato anche altre società, offrendosi di venire a casa a fare lo Spid gratuitamente, persino le Poste". "La Regione – aggiunge – si è anche impegnata per agevolare, tramite una deroga all’Agid, l’acce sso al servizio per chi non può muoversi, né parlare".