Senigallia, libero dopo avere ucciso la moglie, arrestato per stalking

Il 21 agosto del 2001 Jurgen Mazzoni fu fermato per l’efferato delitto di Maria

L'omicida mentre esce dal commissariato (foto Effimera)

L'omicida mentre esce dal commissariato (foto Effimera)

Senigallia, 15 agosto 2017 - Uscito dal carcere nel 2009 per avere ucciso nell’agosto del 2001 la moglie Federica Gambardella, appena 19enne in modo brutale, occultando anche il cadavere nelle cave di San Gaudenzio, vicino Arcevia, è finito domenica ai domiciliari Jurgen Mazzoni, 41enne di Senigallia.  La misura cautelare è stata disposta con un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari su richiesta del sostituto procuratore Ruggiero Dicuonzo, che contesta all’uxoricida il reato di stalking nei confronti di una donna originaria del Senigalliese. A eseguire la misura cautelare sono stati gli agenti della Squadra mobile di Ancona e i poliziotti del commissariato di Senigallia, che avrebbero raccolto la denuncia della vittima e dei suoi familiari. 

Ieri davanti al giudice Paolo Giombetti si è svolto l’interrogatorio di garanzia: Mazzoni è arrivato autonomamente in tribunale di primissimo mattino, con indosso un paio di jeans e una camicia a quadri, e durante il faccia a faccia con il giudice è stato assistito dall’avvocato Cristina Carioli, nominata d’ufficio. I contorni della vicenda che ha portato il giudice a emettere la misura cautelare non sono ancora chiari: «Sono stata chiamata poche ore prima dell’interrogatorio – si limita a riferire l’avvocato Carioli – e le accuse mi sono apparse molto vaghe. L’indagato aveva nominato un altro avvocato di fiducia, che però non è potuto essere presente per l’interrogatorio. Se sarò confermata in qualità di suo avvocato, chiederò al più presto che il 41enne venga rimesso in libertà»

Tra le contestazioni mosse a Jurgen Mazzoni, l’aver molestato la donna attraverso messaggi pubblicati su Facebook. L’uomo ha negato che quei post si riferissero alla vittima e comunque la contestazione non appare sufficiente a giustificare gli arresti domiciliari. Gli investigatori mantengono il più stretto riserbo sulle indagini e sulla condotta che avrebbe tenuto Jurgen Mazzoni nei confronti della presunta vittima, tale da spingere il tribunale a emettere un’ordinanza di limitazione della libertà dell’indagato. Di certo sulla decisione ha pesato anche il passato del 41enne, che si è macchiato di un reato tanto grave e allarmante.  L’uomo, nell’inverno scorso, era stato anche denunciato dal padre della presunta vittima, che vive fuori regione, perché ritenuto responsabile dell’incendio di un’auto, ma Mazzoni ha fermamente negato anche questa circostanza. Per il momento il 41enne resta ai domiciliari, in attesa delle prossime mosse della difesa.