Neonata morta ad Ancona, telecamere al setaccio. Si spera nel Dna

Prelevati campioni dal cordone ombelicale, indagini anche negli ospedali della provincia. S’indaga anche sulle tracce ematiche

I carabinieri cercano la donna che l'ha partorita

I carabinieri cercano la donna che l'ha partorita

Ancona, 18 marzo 2018 - Indagini a tutto campo per risalire a chi ha avuto il coraggio di commettere un delitto così crudele. Sì, perchè la tragedia del corpicino della neonata rinvenuto giovedì sera sul rullo trasportatore dell’azienda di smaltimento rifiuti di Casine di Ostra (FOTO) è stato classificato come infanticidio. Questo il capo di accusa che figura nel fascicolo di inchiesta, al momento contro ignoti, aperto dalla Procura di Ancona che procede anche per occultamento di cadavere.

L’autopsia, eseguita venerdì dal medico legale di Ancona Adriano Tagliabracci, ha confermato i primi sospetti. La neonata è nata viva, ha respirato anche se non è mai stata nutrita né riscaldata. Chi ha deciso di disfarsi in modo atroce di quella neonata l’ha fatto subito dopo il parto. Una ulteriore conferma di questo arriva da alcuni frammenti di cordone ombelicale trovati ancora attaccati al corpicino dilaniato della piccola. Tracce di dna preziosissimo per gli inquirenti nel caso in cui si arrivasse ad avere dei sospettati.

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I resti ematici trovati sul corpicino della piccola così come il cordone ombelicale sono elementi fondamentali per risalire quanto meno alla donna che l’ha partorita. I carabinieri della Compagnia di Senigallia, guidati dal maggiore Cleto Bucci, stanno lavorando a 360 gradi per trovare una pista utile ma è come cercare un ago in un pagliaio (VIDEO). Nell’azienda di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi Cavallari Group di Casine di Ostra arrivano ritiri da tutta la provincia di Ancona e anche da Perugia.

In particolare l’attenzione è focalizzata su dieci cassonetti svuotati tra mercoledi e giovedì e arrivati in azienda. Gli investigatori stanno acquisendo tutti i filmati delle telecamere installate in prossimità di questi cassonetti per visionare eventuali passaggi di persone sospette. Non tutti i cassonetti però si trovano in zone monitorate dall’occhio elettronico.

Contemporaneamente i militari stanno contattando tutti gli ospedali della provincia di Ancona per sapere se ci sono stati ricoveri «sospetti» di donne con evidenti sintomi o complicazioni post-parto. E’ certo infatti che la neonata è stata partorita «clandestinamente», magari in casa e comunque non in una struttura ospedaliera.

Con il cordone ombelicale non reciso è possibile che la madre possa aver avuto conseguenze tali da chiedere l’intervento di un medico, come infezioni o emorragie. Secondo le prime indiscrezioni è possibile che la donna che ha partorito la neonata non abbia agito da sola e che qualcun altro abbia partecipato in maniera attiva, forse determinante, all’infanticidio.