REDAZIONE ANCONA

"Non regaliamo più telefonini ai bambini. Serve il dialogo"

La cronaca recente, dalle aggressioni verbali e fisiche nelle scuole agli episodi di teppismo nelle piazze, sta mettendo in luce...

La cronaca recente, dalle aggressioni verbali e fisiche nelle scuole agli episodi di teppismo nelle piazze, sta mettendo in luce un’emergenza sociale sempre più grave: la violenza giovanile. Ma dietro questi comportamenti c’è molto più del semplice “sfogo adolescenziale”. C’è una generazione cresciuta troppo in fretta e troppo sola. Una generazione che, in assenza di punti di riferimento stabili, ha trasformato l’arroganza in linguaggio e la sopraffazione in normalità. Il problema inizia a casa. In troppe famiglie il tempo del dialogo è stato sostituito dal silenzio digitale. I genitori, stanchi o distratti, hanno delegato l’educazione a internet e agli influencer. L’autorità genitoriale è diventata “scomoda”, troppo faticosa da esercitare, e quindi abbandonata. Il risultato? Ragazzi privi di confini, incapaci di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è pericoloso.

Intanto, chi paga il prezzo di tutto questo? Altri giovani, vittime di coetanei senza freni. Non siamo solo davanti a un fenomeno di maleducazione o disagio giovanile. Siamo di fronte a un crollo verticale dei valori educativi. Serve un cambio di rotta deciso: famiglie che tornino a fare i genitori, scuole che possano riprendere autorevolezza senza paura, istituzioni che diano risposte chiare e ferme. E serve soprattutto una comunità che non abbandoni i giovani al loro vuoto digitale, ma li accompagni — anche con severità — verso la responsabilità. Perché il futuro di una società si misura dalla qualità dei suoi giovani. E oggi, troppo spesso, quel futuro appare violento, smarrito e senza rispetto. Sta a noi — adulti — decidere se lasciarlo andare o provare, davvero, a salvarlo.

Ho terminato il mio ciclo di incontri con le scuole la settimana scorsa, è stato un anno scolastico molto proficuo sotto il profilo degli incontri e della raccolta delle problematiche nell’ambito del bullismo e cyberbullismo. Ho avuto una importante e positiva risposta da parte dei ragazzi e i genitori nei numerosi incontri che sono stati organizzati dalle scuole e dalle varie amministrazioni. Una grande nota di plauso all’amministrazione di Castelfidardo unitamente al Commissario-Capo della polizia Locale di Castelfidardo, Paolo Tondini, che si sono prodigati moltissimo per organizzare eventi attinenti all’argomento della legalità, bullismo e cyberbullismo. Bisogna tornare ad educare i giovani ad un uso consapevole della tecnologa. Basta regalare i telefoni a ragazzi di 10/11 anni, basta.

Luca Russo, analista forense