Omicidio a Chiaravalle, si stringe la cerchia dei sospettati. Ascoltati vicini e familiari

Si cercano le impronte sul coltello

I Ris all’opera, in cerca di indizi, nell’appartamento nel quale viveva Emma insieme al marito Alfio Vichi

I Ris all’opera, in cerca di indizi, nell’appartamento nel quale viveva Emma insieme al marito Alfio Vichi

Chiaravalle, 22 luglio 2018 - Il coltello da cucina ritrovato nella casa di via Verdi 19, dove è stata sgozzata l’85enne Emma Grilli, è finito sotto la lente dei carabinieri del Ris e del medico legale Marco Valsecchi. I militari del reparto di investigazioni scientifiche cercano impronte sull’impugnatura, mentre sotto il profilo medico legale si cerca una conferma definitiva sulla compatibilità della lama con le ferite inferte alla vittima. Anche le tracce di sangue trovate sulla potenziale arma del delitto dovranno essere analizzate. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Paolo Gubinelli e delegate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Ancona vanno avanti anche attraverso il metodo tradizionale: vicini di casa e familiari sono stati ascoltati per capire se il killer si nasconda nella cerchia di persone frequentate abitualmente da Emma Grilli.

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L’assassino potrebbe essere una persona che conosceva bene la donna, dato che nella casa di via Verdi non sono stati trovati segni di effrazione e che l’85enne, poco prima di essere aggredita, ha voltato le spalle all’aggressore, che l’avrebbe sopraffatta da dietro. Nella casa in cui l’anziana viveva con il marito Alfio Vichi sarebbero stati custoditi 570 euro in contanti, che la vittima avrebbe dovuto versare proprio quel giorno per pagare alcuni lavori di ristrutturazione di una cappella funeraria di famiglia. Chi sapeva che nell’appartamento c’era quella somma? La donna, uscendo quella mattina, si era confidata con qualcuno? 

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Il denaro era stato raccolto tra tre nuclei familiari ed era rimasto nelle mani di Emma che aveva il compito di effettuare il pagamento. I carabinieri scavano anche tra le immagini riprese dalle telecamere nell’area attorno all’abitazione. Non ci sono impianti di videosorveglianza che inquadrano il portone di ingresso del condominio di via Verdi, ma i movimenti dei conoscenti della vittima potrebbero essere ricostruiti attraverso i filmati delle aree limitrofe, nell’orario che precede il rientro a casa di Alfio Vichi.

Proprio lui, martedì mattina attorno alle 10.45, ha ritrovato il corpo della moglie ormai senza vita, ha chiamato i soccorsi ma ormai per la vittima non c’era più nulla da fare. Le immagini potrebbero anche accertare senza ombra di dubbio l’orario di uscita e di rientro a casa dell’anziana e stabilire se la donna si sia avviata verso la sua abitazione in compagnia di qualcuno. Chi ha ucciso l’anziana avrebbe anche messo a soqquadro l’appartamento e sottratto i 570 euro che la donna teneva in un portagioie, che risulta rovistato: i carabinieri non avrebbero ritrovato quella somma nell’abitazione.