Omicidio a Chiaravalle, il finto alibi del killer e il sangue sulla catenina

"Mamma, a che ora sono uscito? Pensaci bene": Marinangeli intercettato in casa

La vittima

La vittima

Chiaravalle (Ancona), 31 luglio 2018 - E’ stata la smania di monetizzare i gioielli di Emma Grilli, subito dopo averla sgozzata, a incastrare Maurizio Marinangeli, il cuoco chiaravallese di 57 anni con il vizio del gioco. Per intascare subito i 400 euro non ha esitato a consegnare catenina, ciondoli e anelli consegnando il suo documento di identità.

C’è però dell’altro nelle 40 pagine con cui il giudice per le indagini preliminari Antonella Marrone dispone la custodia in carcere del cuoco. L’uomo, durante le indagini, si sarebbe tradito anche parlando con la madre, conversazioni intercettate dai carabinieri del Reparto operativo e interpretate come un tentativo del killer di costruirsi un alibi. «Mamma, ti ricordi a che ora sono uscito? Pensaci bene», il tenore delle frasi rivolte all’anziana, con cui Marinangeli divideva l’appartamento al quarto piano di via Verdi 19, lo stesso condominio in cui, al piano di sotto, viveva la vittima.

Il coltello con cui è stata uccisa Emma Grilli

Frasi con le quali, secondo l’interpretazione della Procura, ripresa dal gip, Marinangeli cercava di indurre falsi ricordi nella mente della madre 82enne, per aggiustare la testimonianza della donna e farla combaciare con la sua. A far concentrare i sospetti sul vicino di Emma Grilli, indebitato fino al collo e per questo bisognoso di contanti facili, sono anche le contraddizioni delle sue testimonianze: il 57enne dice di essere uscito due volte quella mattina, entrambe per portare via la spazzatura, talmente tanti sacchi da rendere necessari due viaggi.

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Gli orari che fornisce sono però discordanti e soprattutto non combaciano con quelli indicati da un altro vicino, che dice di averlo visto vicino al portone alle 10. Anche il fatto che a casa di Emma non ci siano segni di effrazione è un elemento che secondo il gip porta a concentrare l’attenzione su una persona che conosceva la vittima.

Secondo la ricostruzione Marinangeli ha bussato a casa dell’85enne per chiedere denaro (nessun testimone lo avrebbe comunque visto entrare nella casa della Grilli) e poi la situazione gli sarebbe sfuggita di mano, come dimostrano ben 11 colpi di coltello sferrati contro la povera vittima, l’ultimo fatale alla gola.

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Il giudice nella sua ordinanza ricostruisce il passato e la situazione economica dell’arrestato, che era sotto lo stretto controllo del fratello, titolare del pub dove il 57enne lavorava. Elementi che rappresentano indizi gravi e concordanti. Oggi Marinangeli, difeso dall’avvocato Marco Pacchiarotti, affronterà l’interrogatorio di garanzia. Nei prossimi giorni sono previsti nuovi rilievi dei Ris nell’auto dell’arrestato, una Fiat Grande Punto, nell’abitazione dell’uomo e in quella della vittima, entrambe sequestrate. Anche il cadavere dell’85enne resta a disposizione del sostituto procuratore Paolo Gubinelli per ulteriori accertamenti.