Omicidio a Chiaravalle, soldi e gioco dietro al delitto

Marinangeli era disperato: aveva già perso alle slot i prestiti del fratello

La vittima

La vittima

Chiaravalle (Ancona), 30 luglio 2018 - Ossessionato. Dai soldi e dal gioco. Quella mattina del 17 luglio Maurizio Marinangeli sapeva di dover fare soldi. Almeno questo è quello di cui sono convinti gli inquirenti che lo hanno arrestato per l’omicidio di Emma Grilli, l’anziana di Chiaravalle massacrata con undici fendenti nel suo appartamento di via Verdi.

Il coltello con cui è stata uccisa Emma Grilli

Il cuoco 57enne, vittima del demone delle slot, si sarebbe presentato al portone di casa della donna chiedendole subito dei soldi. Emma, che lo conosceva bene, visto che Marinangeli abita al piano di sopra insieme alla mamma, si rifiuta. Ha fretta la donna, deve andare in ospedale a prendere delle analisi. In quel momento due le ipotesi non ancora appurate dai carabinieri del reparto operativo. Marinangeli potrebbe aver litigato e spinto la donna in cucina fino ad ucciderla

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Ma la posizione del corpo dell’anziana, trovata come se stesse chinata sul lavandino della cucina a lavare dei piatti, fa pensare a una seconda ricostruzione. Ovvero che l’assassino non sia mai uscito da casa. L’anziana, che era voltata di spalle, non si sarebbe accorta di nulla. Marinangeli l’avrebbe colta di sorpresa facendo finta di uscire per poi riapparire. "Dammi i soldi!". E giù coltellate. L’ultima alla gola, decisiva. Il killer doveva monetizzare.

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Non ha scartabellato neanche più di tanto in caso. Si è accontentato di prendere due fedi nuziali, una collanina, un ciondolo. Poi è salito in macchina ed è andato dritto a un Compro Oro di Falconara. Era fuori di sè. Marinangeli doveva dare subito 60 euro a un creditore. Ma soprattutto doveva dimostrare al fratello, suo tutore finanziario di avere delle giustificazioni precise per le sue spese.

Il 57enne riceveva dal fratello 30-40 euro a settimana. Giusto per le spese correnti. Non aveva in tasca neanche più quelli. Si era giocato tutto alle slot il giorno prima. Compresi altri soldi che avrebbe dovuto tenere da parte per sostenere una spesa importante proprio quel giorno e di cui avrebbe dovuto dar conto al fratello. Un iter che gli era stato imposto nel piano di recupero e di cui il tutore avrebbe dovuto dar conto al tribunale che l’aveva nominato.

Maurizio Marinangeli, però, non vedeva nient’altro che le slot. A nulla erano serviti neppure i mesi trascorsi in una comunità di Castelplanio nella quale aveva seguito un percorso di recupero per tentare di uscire dal tunnel della ludopatia. Ai carabinieri che lo avevano già ascoltato come persona informata sui fatti, quando è stato fermato non ha detto mezza parola.

Oggi presumbilmente verrà interrogato dal gip nel carcere di Montacuto. E nelle prossime ore il Ris tornerà a casa sua, nella sua auto, nella soffitta e nell’abitazione di Emma Grilli per far combaciare tracce e cristallizare le prove della sua colpevolezza.