Omicidio a Chiaravalle, "Dammi i soldi, ho bisogno di giocare". Si rifiuta: massacrata

Un cuoco malato di ludopatia il killer della vicina di casa

La vittima dell'omicidio di Chiaravalle, Emma Grilli, 85 anni, nella foto con il marito

La vittima dell'omicidio di Chiaravalle, Emma Grilli, 85 anni, nella foto con il marito

Chiaravalle (Ancona), 29 luglio 2018 - Dieci giorni. Tanto sono durate le indagini dei carabinieri del reparto operativo di Ancona per incastrare l’assassino di Emma Grilli, 85 anni, uccisa con 11 coltellate nel suo appartamento di via Verdi, a Chiaravalle il 17 luglio scorso (FOTO). Ieri alle 9.30 i carabinieri hanno arrestato il suo vicino di casa, Maurizio Marinangeli, 57 anni. Un uomo conosciuto per la sua professione di aiuto cuoco, ma soprattutto per la sua dipendenza dal gioco. Aveva trascorso anche un periodo in una comunità della provincia. Era costantemente alla ricerca di soldi. Aveva debiti e cercava di sbarcare il lunario.  

Il coltello con cui è stata uccisa Emma Grilli
Il coltello con cui è stata uccisa Emma Grilli

Quella mattina il cervello di Marinangeli, offuscato solo dal luccichìo maledetto delle slot machine, è andato in tilt. Game over. Marinangeli ha atteso che il marito dell’anziana se ne andasse per una commissione. Ha suonato al portone di casa. «Ciao Emma, dammi dei soldi ti prego, mi servono». L’anziana, che lo conosceva bene, si sarebbe rifiutata. Lui non ci ha visto più. Ha spinto la signora in cucina. Ha afferrato un coltello a lama lunga. Ha infierito. Undici volte. L’ultima coltellata, quella decisiva, alla gola. Tagliata di netto. Il sangue usciva a fiotti. Marinangeli si è spogliato. E ha commesso il primo errore. È andato a lavarsi nel bagno di casa della donna. Ha lasciato evidentemente una marea di impronte e di tracce. Poi ha aperto tutti i cassetti. Ha preso una collana d’oro, un ciondolo, due fedi nuziali, forse anche una somma di danaro che però al momento gli investigatori sono impossibilitati dal verificare. Il coltello è stato poi ritrovato dai carabinieri nel lato opposto al lavello dove era accasciato il corpo della 85enne. Marinangeli è uscito alla svelta dall’abitazione. È salito in macchina ed è andato a Falconara. Subito a monetizzare da un compro oro. Ci ha fatto 400 euro, una miseria. Ma quei soldi gli servivano a soddisfare la sua sete di gioco. Con i carabinieri si è contraddetto parecchie volte. Racconti discordanti, che hanno insospettito da subito gli investigatori. Si è arrivati a lui dall’intreccio di risultati. Non di poco conto il lavoro del Ris che ha riscontrato tracce di sangue della vittima sull’oro rivenduto da Marinangeli e poi recuperato insieme a tutto il resto. 

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Il 57enne da ieri mattina è nel carcere di Montacuto, ad Ancona. Omicidio volontario aggravato da futili motivi e rapina. La misura cautelare è stata firmata dal gip Antonella Marrone su richiesta del pm Paolo Gubinelli. Marinangeli, che viveva insieme alla madre al piano superiore rispetto a quello della vittima, lavorava come aiuto cuoco in un pub di Camerata Picena, di proprietà del fratello che era anche il suo tutore finanziario a seguito del suo ricovero in una comunità di Castelplanio dove era stato dal settembre 2017 fino allo scorso 30 aprile.  È un ludopatico e sarebbe stato questo il motivo per il quale avrebbe commesso l’omicidio: soldi per giocare alle slot. A portare i carabinieri di Ancona sulla pista giusta, è stato il fatto che la vittima apriva la porta di casa solo a persone fidate (VIDEO). La porta inoltre era chiusa sempre dall’interno non solo con le mandate, ma pure con il chiavistello. Prima di aprire, guardava sempre dallo spioncino. Gli oggetti rubati da Marinangeli sono stati riconosciuti dai familiari della vittima e il Compro Oro ha riconosciuto l’aiuto cuoco. 

Maurizio Marinangeli
Maurizio Marinangeli

Dei 400 euro ricavati dalla vendita, 60 ne doveva subito dare a un conoscente per saldare un debito. I militari hanno posto sotto sequestro sia l’appartamento che l’auto dell’uomo dove i Ris effettueranno ulteriori accertamenti tecnici e cercheranno anche di trovare gli abiti indossati nel momento dell’omicidio. Altre volte Marinangeli aveva preso oggetti preziosi per rivenderli ai Compro Oro. Sempre, maledettamente, guidato dalla vocina della sua malattia da gioco.