Ospiti fantasma nei Cas Un raggiro milionario, cooperativa sociale nel mirino Interdetti i vertici del Cda

Inchiesta della Procura di Ancona: l’Aurora, onlus umbra, avrebbe fatto finta di registrare chi doveva trovare alloggio negli appartamenti, percependo illecitamente i soldi dalla Prefettura.

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Ospiti fantasma nei Cas Un raggiro milionario, cooperativa sociale nel mirino Interdetti i vertici del Cda

Incassavano indebitamente il denaro erogato dalla Prefettura per la gestione dei richiedenti asilo, l’indagine della squadra mobile di Ancona scoperchia un autentico vaso di pandora. Indagati per firme false, soldi incassati senza spese sostenute, appartamenti sotto sequestro, migranti costretti a vivere in condizioni pessime e senza alcun sostegno. Una cooperativa, la Aurora di Perugia, trasformata secondo l’accusa, in una società per azioni con trucco. le persone indagate, di cui tre con misura cautelare, per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato in concorso. Nei guai, in particolare il rappresentante legale e presidente del consiglio di amministrazione della società, Manuela Morini, in concorso con il vice presidente del consiglio di amministrazione e consigliere, Filippo Corbucci. Tra gli indagati anche il padre del presidente, Maurizio Morini. Nei confronti dei tre al vertice dcella cooperativa, che aveva una sede anche ad Ancona, il Gip del tribunale dorico su richiesta della Procura ha emesso l’interdizione di contrattare con la pubblica amministrazione per dieci mesi. Gli indagati, tutti cittadini italiani tranne una dipendente di origini marocchine, sono i vertici responsabili di una cooperativa onlus di Perugia, operante anche nel capoluogo dorico, e del personale impiegato. Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno proceduto al sequestro in città di cinque immobili gestiti dalla onlus perugina (con ramificazione anche a Città di Castello che operava anche a Prato) per attivare le procedure di accoglienza. Gli appartamenti, con relativi beni contenuti al loro interno, sigillati dalla polizia sono in piazza Cavour, via Astagno, piazza della Libertà, via Esino e via Maggini. Il gruppo - stando alle indagini della mobile con delega della Procura della Repubblica di Ancona portate avanti dal 2021 e confermate dal Gip che ha emesso l’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali e reali – avrebbe messo in piedi un sistema rudimentale ma efficace in grado di truffare lo Stato che sull’accoglienza dei migranti investe parecchie risorse. Rudimentale perché i presunti truffatori non facevano altro che firmare i verbali di presenza dei richiedenti asilo nelle strutture di accoglienza che in realtà se n’erano andati allontanandosi.

Un fattore abbastanza presente nella gestione dei richiedenti asilo, ma tutti i movimenti devono essere specificati e riportati fedelmente dalle organizzazioni agli uffici prefettizi preposti. L’inchiesta adesso dovrà stabilire il dolo nel commettere determinati comportamenti o se si tratta anche di pesanti negligenze nello svolgimento del servizio. A quanto risulta dalle indagini, infatti, sembra che la Aurora non avesse sufficiente personale sul posto per effettuare ciò che tutte le altre associazioni fanno quotidianamente: effettuare controlli e report diretti alla prefettura su ogni singolo movimento in entrata o uscita. Cosa che non accadeva nel caso della società umbra. Per anni, sempre secondo i dettagli emersi dall’inchiesta, almeno dal 2020, la cooperativa in questione ha incassato tutti i giorni la quota di 29,52 euro erogata dal Ministero dell’Interno – tramite la prefettura – per ogni singolo migrante accolto nei Cas. Centri che ad Ancona sono soprattutto in accoglienza diffusa, ossia in appartamenti privati presi in gestione. Difficile dare una dimensione precisa dell’entità economica della truffa, ma fare un conto ipotetico non è poi così impossibile. E la cifra sarebbe spaventosa.