Papa Francesco e il ricordo di padre Matteo, il missionario anconetano morto in Africa: “Instancabile e generoso”

Le parole del Santo Padre al termine del Regina Caeli per il missionario marchigiano che ha perso la vita in un incidente stradale in Costa d’Avorio, forse per un colpo di sonno

Papa Francesco, a sinistra e a destra padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata in Costa d'Avorio morto in un incidente stradale in Africa

Papa Francesco, a sinistra e a destra padre Matteo Pettinari, missionario della Consolata in Costa d'Avorio morto in un incidente stradale in Africa

Ancona, 21 aprile 2024 – Al termine del Regina Caeli, in piazza San Pietro a Roma, Papa Francesco ha ricordato la figura del missionario anconetano morto nei giorni scorsi, in Costa d'Avorio. "Con dolore ho appreso la notizia della morte, in un incidente, di padre Matteo Pettinari, giovane missionario della Consolata in Costa d'Avorio, conosciuto come il "missionario instancabile", che ha lasciato “una grande testimonianza di generoso servizio”, ha detto il Pontefice, invitando a pregare per la sua anima.

Una vita spesa per gli ultimi ivoriani, spazzata via in pochi istanti forse per un colpo di sonno. Padre Matteo Pettinari ha perso la vita così in un terribile frontale contro un autobus di linea, nel pomeriggio del 18 aprile a Niakara nel nord della Costa d’Avorio dove era in missione da 13 anni. Padre Matteo, 42 anni, dei quali 17 di professione religiosa e 13 di sacerdozio, nella sottoprefettura ivoriana, era inserito in una comunità con altri due confratelli ed era punto di riferimento per l’intera popolazione.

Punto di riferimento era e resta anche a Monte San Vito (Ancona) dove tutta la sua famiglia è conosciuta e apprezzata.

Dopo un periodo in alcuni Paesi europei tra cui la Spagna, Pettinari era stato inviato in Costa D’Avorio dove si era fatto conoscere rapidamente per la sua energia e vitalità.

Qui ha lavorato per la costruzione di una chiesa e di un ospedale. Era parroco in una delle due chiese di Dianra e dirigeva un centro sanitario che seguiva anche persone con disagio psichico. "Quello che l’Africa mi ha insegnato – aveva detto anni fa in un’intervista – è vivere la vita non a partire dai problemi che ci sono o che non ci sono, che potrebbero esserci o non esserci, ma dalle relazioni che comunque sempre sono il sale, la gioia, la ricchezza del quotidiano. Io amo dire quando sono a Dianra che abbiamo mille problemi ma mille e uno soluzioni, nel senso che le difficoltà, le crisi, la precarietà di ogni tipo non possono determinare lo stile con cui si affrontano le giornate".