REDAZIONE ANCONA

Popsophia alla Mole di Ancona: 'Il mio canto libero' esplora la libertà e l'intelligenza artificiale

La nuova produzione di Popsophia affronta l'eredità di Luigi Einaudi, esplorando il concetto di libertà e il ruolo delle nuove tecnologie.

La nuova produzione di Popsophia affronta l'eredità di Luigi Einaudi, esplorando il concetto di libertà e il ruolo delle nuove tecnologie.

La nuova produzione di Popsophia affronta l'eredità di Luigi Einaudi, esplorando il concetto di libertà e il ruolo delle nuove tecnologie.

E’ il giorno della nuova produzione di Popsophia alla Mole di Ancona. Stasera (ore 21.15) nell’auditorium va in scena ‘Il mio canto libero’, ideato da Lucrezia Ercoli in collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, economista, pensatore e secondo presidente della Repubblica, nato 150 anni fa.

La brutta notizia è che i posti sono già tutti prenotati, tanto per cambiare (per il sold-out sono bastati pochi minuti). Per questo la direttrice artistica annuncia che dal 2025 la sede degli eventi cambierà, servendo una location grande abbastanza da soddisfare le richieste.

Il primo pensiero non può che andare al Teatro delle Muse. Ercoli si limita a dire che "è il nostro sogno". Per ora bisogna "accontentarsi" della Mole, dove sarà affrontata l’eredità del grande intellettuale liberale in merito al tema della libertà, attraverso gli stimoli offerti da cinema, musica, serie televisive e letteratura: dai Dialoghi di Platone alle atmosfere distopiche di ‘Divergent’ e ‘1984 di Orwell, dai Queen al potere visionario di ‘Arancia Meccanica’ e al recente film Barbie.

"Il mio canto libero" propone un viaggio in cui si mettono a confronto mondo antico e democrazie moderne, evidenziando come il concetto di libertà si sia evoluto nel tempo in rapporto alla società e alle nuove scoperte scientifiche e tecniche, e come, proprio le nuove tecnologie, dai social all’intelligenza artificiale, possano divenire strumenti di libertà, ma anche di controllo.

Per Andrea Cangini, Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, "non si tratta solo di celebrare un grande uomo di Stato e un grande economista, ma di fornire strumenti per decrittare il presente e pensare a un possibile futuro". "La sfida - precisa Lucrezia Ercoli - non è rendere ‘pop’ Einaudi, ma prendere il pensiero di questo grande liberale e trarne temi e questioni che parlano al nostro presente. Grazie al ritmo serrato del philoshow, tra musica, riflessione e videoclip, siamo riusciti a celebrare uno dei più grandi economisti e intellettuali liberali italiani veicolando il suo messaggio alle nuove generazioni".

E sono proprio i giovani, i cosiddetti ‘nativi digitali’, ad avere le maggiori probabilità di finire vittime di un progresso che sembra offrire qualsiasi informazioni su qualsiasi cosa, ma che in realtà contribuisce a rendere superficiale e acritico qualsiasi sapere. La ‘salvezza’, allora, potrebbe venire dell’einaudiano "prima conoscere, poi discutere, poi deliberare", ricordato da Cangini.