
Pugnaloni diffamato, condannato Dino Latini
Accusa il sindaco Simone Pugnaloni di aver vinto le elezioni "solo per brogli elettorali" e si ritrova condannato per diffamazione. La sentenza è arrivata ieri per Dino Latini, presidente del consiglio regionale e candidato sindaco all’epoca dei fatti contestati, riferiti a maggio del 2019. Il giudice Luca Zampetti gli ha inflitto una pena di 4 mesi e 400 euro di multa, più una provvisione di 5mila euro subito esecutiva e che dovrà pagare a Pugnaloni. Per il risarcimento dei danni morali subiti ha rinviato a una eventuale causa civile doverlo stabilire. Il primo cittadino chiedeva 10mila euro. A portare Latini sul banco degli imputati è stata una denuncia fatta da Pugnaloni, che si era sentito offeso da certe parole pronunciate dal suo rivale. C’erano in ballo le elezioni amministrative per il rinnovo del primo cittadino e si sarebbe votato il 26 maggio 2019 con eventuale ballottaggio. In occasione della festa del Primo Maggio era stata organizzata una giornata con musica, stand, giochi popolari e anche il ballo del liscio al Centro Cucca di Padiglione di Osimo, da due associazioni culturali, lo "Juter club" e il "Circolo culturale +76", allineate a Latini. Pugnaloni era il sindaco in carica, perché aveva vinto per pochi voti le elezioni del 2014, e si era ricandidato. Nel pomeriggio del 1 maggio di quattro anni fa Latini aveva partecipato alla festa a Padiglione tenendo, sostiene l’accusa, un comizio elettorale con un centinaio di persone con tanto di microfono, palco e diretta Facebook sulla pagina social del suo schieramento politico "Liste civiche social media". Sullo stesso profilo era stato poi postato il comizio stesso. Pugnaloni lo aveva visto e si era sentito diffamato perché offeso nella sua morale e in quella dei suoi sostenitori visto che Latini ha ripetuto per ben quattro volte la parola "brogli" e una volta "brogliato". La frase sotto accusa è stata: "Questa amministrazione che esce ha vinto – ha detto Latini dal palco - lo dico per la prima volta in maniera pubblica, solo per brogli elettorali, solo per brogli elettorali, solo per brogli elettorali. Avremmo comunque vinto nonostante tutte le persone che al secondo turno del 2014 sono andate al mare, ce l’avremmo fatta ma hanno brogliato e questi brogli devono avere una rivincita non personale, ma di tutti noi". Latini era difeso dall’avvocato Cristina Angeloni, il sindaco Pugnaloni era parte civile con l’avvocato Mauro Pellegrini. Dopo la sentenza nessun commento.
Marina Verdenelli