REDAZIONE ANCONA

Quelli che protestano. Lavoratori della scuola in sciopero. Ma in piazza Roma sono in pochi

Nel mirino i salari bassi, il precariato, il taglio dei fondi. "Spiace vedere numeri così bassi"

Quelli che protestano. Lavoratori della scuola in sciopero. Ma in piazza Roma sono in pochi

Un momento della manifestazione di ieri in piazza Roma

Salari bassi, precariato, tagli all’Università, autonomia differenziata: tanti i motivi che hanno portato i lavoratori della scuola e della ricerca a manifestare ieri mattina in piazza Roma con un sit-in organizzato dalla Flc Cgil. Chiedono migliori condizioni di lavoro, la stabilizzazione dei precari (circa 6mila solo nelle Marche) e lo stop all’autonomia differenziata per salvaguardare la dimensione nazionale del contratto contro ogni ipotesi di regionalizzazione del sistema di istruzione e della ricerca. "I nostri diritti sono a rischio – ha sottolineato Serenella Rossi, del Corinaldesi Padovano di Senigallia – e per questo è importante scioperare. Se fossimo tutti in piazza forse si vedrebbe un cambiamento, spiace vedere numeri così bassi".

In effetti il numero dei manifestanti non superava il centinaio di unità ieri, compresi studenti e cittadini che hanno affiancato i docenti nella protesta: "Come sindacato studentesco siamo accanto alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola e dell’università – le parole di Angela Verdecchia, di Ascoli Piceno, 19 anni, coordinatrice regionale della rete degli studenti medi – siamo reduci dal piano di Bilancio del 2025 che prevede un taglio di 41 milioni per la scuola e una riduzione di oltre 5mila docenti". Silvia Pianelli del Vanvitelli Stracca Angelini accusa la politica per la scarsa attenzione al mondo della scuola mentre Ivan Di Pierro segretario generale Flc Macerata ha ricordato la situazione dei lavoratori precari. "Il rinnovo contrattuale di questa manovra finanziaria non prevede aumenti salariali significativi rispetto all’inflazione – ha detto – che è arrivata quasi al 18%. Un docente su quattro è a tempo determinato e questo influisce anche sulla continuità e la qualità didattica per gli studenti".

Presente anche il segretario regionale Flc Cgil Antonio Renga, che ha ricordato anche il taglio operato per il 2024 al Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università, di ben 530 milioni di euro. "La spesa in istruzione e ricerca non è un costo ma un investimento" hanno quindi ribadito i manifestanti.

Ilaria Traditi