
Raffica di osservazioni e critiche alla bozza del Piano regolatore al ministero dell’Ambiente. Dal Molo Clementino allo spostamento dei traghetti: ecco tutte le principali contestazioni.
Il malumore, se non addirittura l’acredine nei confronti della bozza di Piano regolatore del porto (Prp) consegnato dall’Autorità di Sistema Portuale del Medio Adriatico al Ministero dell’Ambiente (MASE), traspare dal documento attraverso cui il Comune di Ancona, il 16 maggio scorso, ha presentato le sue piccate ‘osservazioni’. Vere e proprie bordate, in alcuni casi incomprensibili, vedi l’iter del Molo Clementino che, al netto delle procedure ministeriali, poteva essere interrotto da mesi, se non anni, da Palazzo del Popolo annullando la variante sulla destinazione d’uso del molo grandi navi. Una serie di punti e di altrettanti "il Dpss non ha accolto la proposta del Comune su..." e anche di "non è stata indicata alcuna previsione pianificatoria per..." e giù una serie di critiche tutt’altro che velate. Addirittura si fa cenno a dei refusi grafici nelle tavole depositate al MASE, di variazioni inattese e sconosciute. Il documento di Palazzo del Popolo, firmato dal dirigente competente, Claudio Centanni, tra le osservazioni in neretto, chiede stralci dell’area indicata come "Interazione porto-città", riclassificazioni delle aree retroportuali, del mercato ittico, in zona Fosso Conocchio. E poi: "Si ribadisce la necessità di una copianificazione delle aree dedicate alla cantieristica nautica". Chiarezza massima sul ‘No’ al Molo Clementino: "Interrompere l’iter del banchinamento" al netto delle procedure VIA/VAS. Ancora più duro il Comune sullo spostamento di alcuni traghetti alle banchine 19-21: "Inammissibile e non giustificata la previsione temporale (subordinata alla fase 1 della ‘Penisola’, ndr), si ribadisce l’emergenza dell’attivazione dei traffici traghettistici su quelle banchine". E poi le criticità sulla viabilità portuale e del tracciato ferroviario in area portuale addirittura fino alla Fincantieri, progetto irrealizzabile: "Una parte dei binari va trasformata in parcheggio (all’ex stazione ‘Ancona Marittima’, ndr), vanno risolte le interferenze dei binari alla Mole e servono tracciati di mobilità ciclabile e pedonale".
Una confusione incredibile sulle prescrizioni comunali, la stessa presente nei pareri tecnici da parte della Regione. Nei cinque punti delle osservazioni inviate dal dipartimento ‘Infrastrutture e territorio’ salta subito all’occhio un errore per molti considerato banale, ma che secondo noi ha del clamoroso trattandosi della principale istituzione politica delle Marche. Nessuno, dal firmatario del documento, il dirigente del dipartimento, Nardo Goffi, a tutti i suoi sottoposti hanno corretto il nome ‘Shengen’, come compare sul testo, in ‘Schengen’ come dovrebbe essere riportato, ossia l’area di circolazione senza controlli alle frontiere. Si parla, erroneamente, inoltre, di traghetti che collegano ‘Paesi extra Schengen’, quando in realtà dal porto di Ancona parte un solo traghetto verso l’Albania, mentre quelli croati sono entrati in quell’area di libera circolazione che consentono controlli più snelli.