Ristoranti e bar, i clienti tornano all’interno "Siamo contenti, ma ora si vuole stare fuori"

I titolari dei locali del centro soddisfatti: "Importante passo in avanti, adesso si deve stare attenti per non ricadere in nuove restrizioni"

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A partire da oggi si torna a mangiare seduti al tavolo, così come caffè e cappuccino si possono bere al bancone. Tornano i vecchi riti che sembravano ormai appartenere a tempi andati. Quello di oggi, sarà dunque un primo, vero, assaggio di normalità. Ma come sempre, ci sono i pro e i contro.

A stemperare i toni, con una battuta, è Simone Boari di Rosa. "Riaprire all’interno – dice ironicamente – sembra quasi un controsenso, perché la gente adesso vuole stare fuori. Comunque – sottolinea – va bene che sia così. Indubbiamente, ciò serviva prima, soprattutto se penso a tutti quei colleghi non solo di Ancona, ma di tutta Italia, che non avevano a disposizione spazi esterni perché collocati in vie strette dove non vi era la possibilità nemmeno di crearli. Si è sofferto, insomma, fino alla fine. L’importante è però che ora non si troni indietro. Noi – conclude – siamo pronti, anche se non ci sono turisti. La ripresa pensiamo ci sarà, perché la gente ha voglia di uscire. Speriamo quindi che si vada sempre più verso la normalità anche se questa pandemia ci ha cambiato tutti profondamente. Non sarà un ritorno immediato, perché è normale che alcune persone possano continuare a vivere ancora per qualche tempo, con paure e ansie legittime".

Tornare a mangiare all’interno dei locali "è un bene per chi ha solo lo spazio al chiuso – dice Massimo Lampa, della Trattoria 13 Cannelle –. Ci sono colleghi che sono rimasti in agonia per un mese e mezzo in più rispetto ad altri. La possibilità di poter utilizzare l’interno, è un bene per poter lavorare anche in quelle giornate come sabato scorso, che a livello meteorologico è stato un vero e proprio delirio. Ora dobbiamo guardare avanti, avendo a mente quello che abbiamo vissuto in passato per non fare gli stessi errori; e mi riferisco a quanto successo a settembre e ottobre. Si pensa ai vaccini – conclude – ma dobbiamo anche pensare che non tutti saranno vaccinati per l’estate". Della stessa opinione è anche Giordano Andreatini della Trattoria Clarice. "Recuperiamo la possibilità di poter alloggiare le persone, al chiuso in caso di maltempo. Il nostro lavoro – spiega – non è infatti quello di riempire il locale fuori e dentro, ma di poter ospitare in caso di pioggia. C’è infatti ancora da non sottovalutare il ‘fattore salute’: per noi, i dipendenti e i clienti. Ci ricordiamo tutti di cosa è successo dopo la scorsa estate – prosegue -. Ora ci sono i vaccini, ma il nostro target e di clienti sotto i 60 anni. Alcuni hanno fatto la prima dose ma – conclude – ricordiamo che non siamo ancora ‘Covid Free’. Bisogna continuare a rispettare in maniera ligia le regole".

"C’è entusiasmo, ed era ora. Poi – dice Raffaele Attili della Cantineta – speriamo che il Covid se la faccia finita e speriamo nel vaccino. Si è sofferto parecchio, ma finalmente sembra che qualcosa stia cambiando in meglio. Per il primo giugno abbiamo già delle prenotazioni. In questo modo, almeno, con i tavoli si può riprendere a sopravvivere". "Si torna alla normalità – dice Sara Ambrosio di Amarcord – anche se per sicurezza prediligiamo l’esterno, e perché ce lo chiedono i clienti. Torneranno però il piacere e la normalità di un caffè al banco. Ora, speriamo tutti nella zona bianca". Sono "i primi passi per la normalità – dice Antonio Avello del Caffè Roma –. Siamo stanchi e lo è anche la gente. Ora però, sarà più contenta perché la voglia di scambiare due chiacchiere prendendo il caffè, manca a tanti".

Alberto Bignami