ALESSANDRO
Cronaca

Sanità, ecco le task force: "Così l’assistenza è h 24". Esami dai medici di base

Ok al piano di cure primarie, nascono le Aggregazioni funzionali territoriali. Saltamartini: operative entro marzo, per le Case di comunità obiettivo 2026. "In arrivo cinque cliniche mobili per portare più servizi nelle aree interne".

Nelle Case di comunità ci saranno Punti prelievi per gli esami del sangue (archivio)

Nelle Case di comunità ci saranno Punti prelievi per gli esami del sangue (archivio)

Caporaletti

Prendiamo un paziente tipo delle aree interne delle Marche, più probabilmente anziano (nel 2023 gli over 65 erano 384.637, il 26% della popolazione) e con qualche acciacco. Mettiamo abbia bisogno di fare un esame di controllo, che sia elettrocardiogramma, holter cardiaco o pressorio, spirometria, saturimetro oppure Moc. Ecco, piuttosto che prenotare per chissà quando una visita nell’ospedale più vicino (che spesso per lui è lontano), potrà andare dal medico di famiglia, al Punto salute o nella Casa di comunità, dove gli faranno esame e referto, compreso un consulto con lo specialista ospedaliero e se servisse, anche la prenotazione di un ricovero programmato in ospedale. E se invece il paziente non potesse proprio muoversi, c’è la strumentazione portatile a disposizione dei medici (la Regione ha stanziato tre milioni per l’acquisto) e "presto avremo anche le cliniche mobili, cinque, una per provincia. Viaggeranno con medici o specialisti per arrivare ovunque", giura Filippo Saltamartini, assessore regionale alla sanità. Risultati, almeno quelli attesi: prevenzione a domicilio, meno file al pronto soccorso e un taglio netto alle liste d’attesa e alla richiesta di esami con l’incognita dei tempi. È il nuovo modello della sanità territoriale a dimensione locale ("Assetto regionale per le nuove forme organizzative di cure primarie") varato dalla giunta regionale: entro il 31 gennaio dovrà essere recepito dalle Ast, che avranno in tutto tra trenta e sessanta giorni per farlo funzionare. "Sarà a regime entro marzo, in parallelo con l’apertura di tutti i cinquanta Punti salute (24 già attivati, ndr) previsti nel territorio regionale", detta i tempi l’assessore Saltamartini.

LE AGGREGAZIONI DI MEDICI

Bene, e ora proviamo a scomporre il modello. Nella nuova gestione del paziente l’unità di base è l’Aft, che sta per Aggregazione funzionale territoriale: è un team organizzativo-assistenziale composto da medici di medicina generale, non meno di tre e trentacinque o quaranta al massimo, con un referente e un bacino tra 10mila e 50mila pazienti, cui "dovrà garantire la continuità dell’assistenza h 24 sette giorni su sette", specifica il piano e scandisce l’assessore. Nelle Marche sono previste cinquanta Aft per un totale di 936 medici di medicina generale e 1.323.845 assistiti: 12 nell’Ast di Pesaro e Urbino (210 medici), 14 nell’Ast di Ancona (306), 11 nell’Ast di Macerata (176), sei per l’Ast di Fermo (105) e sette per quella di Ascoli (139).

LE CASE DI COMUNITÀ

E ancora: ogni Aft fa riferimento a un’Unità complessa di cure primarie (Uccp), che integra medici di medicina generale con le altre professionalità del servizio sanitario o convenzionate, odontoiatri, infermieri, ostetriche, tecnici, professionisti della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria. Le Uccp avranno invece il compito di prendere in carico il paziente cronico, i cosiddetti "fragili", preparare un percorso integrato di cura o di assistenza individuale e garantire l’accessibilità all’assistenza territoriale h 12 sette giorni su sette. Saranno 42 in tutta la regione e avranno il quartier generale nelle Case di comunità, una sorta di mini ospedali (o poliambulatori) per l’assistenza primaria. Oltre a medici e specialisti, qui ci saranno tra 7 e 12 infermieri, personale sociosanitario e amministrativo, Uca (unità di continuita assistenziale), Adi e assistenza domiciliare, uno sportello di prenotazione collegato al Cup, servizi diagnostici, punto prelievi e altro. In totale saranno attivate quaranta Case di comunità, undici riconvertendo strutture già disponibili e altre ventinove con i fondi del Pnrr (target da centrare per il 2026): otto in provincia di Pesaro, dodici ad Ancona, sette nel Maceratese, idem nel Fermano e sei in provincia di Ascoli. Dice Saltamartini: "L’obiettivo è di fare della prevenzione uno stile di vita e di cura, attraverso un sistema diffuso e capillare in tutto il territorio".