Sparò e uccise il figlio con un colpo di pistola: a processo anche per porto abusivo di proiettili

Nuovi guai per Loris Pasquini, dopo l’omicidio del figlio Alfredo. L’uomo è già stato condannato. a 22 anni di carcere

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Il 25 febbraio scorso è stato condannato a 22 anni di carcere per l’omicidio del figlio, adesso Loris Pasquini, 73 anni, ex ferroviere, dovrà affrontare un altro processo. La gup Francesca De Palma ieri lo ha rinviato a giudizio per porto abusivo di proiettili e polvere da sparo. Il dibattimento si aprirà per lui il prossimo 27 settembre davanti al giudice Carlo Cinimi, lo stesso che lo ha giudicato per il delitto del figlio Alfredo. Proprio durante le indagini effettuate dai carabinieri per la morte del 26enne, freddato con un colpo di pistola il 29 marzo dello scorso anno nell’abitazione di Roncitelli, erano stati trovati in casa più di 600 munizioni, un quantitativo ingente di polvere da sparo, circa dieci scatole, e un caricatore per una pistola calibro 22 di cui Pasquini non aveva saputo spiegare come ne era entrato in possesso. La detenzione del materiale era stata stralciata dal processo madre per il quale si è concluso già il primo grado di giudizio.

Nella sentenza di febbraio, arrivata davanti alla Corte di Assise per omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela, era stata già considerata la detenzione abusiva di una arma, la pistola che teneva illegalmente in casa, una Beretta calibro 9, con la quale sparò ad Alfredo dopo un litigio scoppiato nel tardo pomeriggio. Per l’arma Pasquini padre aveva preso un anno di condanna oltre ai 21 inflitti per il delitto del figlio. Adesso gli si chiede conto anche del resto. Il 73enne ieri era in tribunale ed è stato presente all’udienza preliminare insieme al suo legale, l’avvocatessa Silvia Paoletti che lo difende insieme all’avvocato Roberto Regni. Per i legali l’accusa di porto abusivo doveva rientrare già nella condanna di primo grado decisa a febbraio e dimostreranno la loro tesi in dibattimento.

Pasquini è attualmente ai domiciliari a Roncitelli. Dopo il delitto era finito in carcere a Montacuto. Gli avvocati aspettano che escano le motivazioni della condanna di primo grado per valutare il ricorso in appello. Per la difesa Pasquini padre non sarebbe stato in grado di intendere e di volere il giorno in cui sparò al figlio che durante il litigio lo aveva colpito con un bastone.

Marina Verdenelli