
"Spunta un’antenna, ma non sapevamo nulla"
Un’antenna per la telefonia mobile targata ’Iliad’ sarà presto installata nelle vicinanze delle abitazioni in via Tonnini, a Osimo, vicino al centro. "Ci siamo preoccupati subito quando, nei giorni scorsi, abbiamo visto che è stata recintata l’area dove sorgerà la struttura in cemento armato su cui verrà istallato un palo ottagonale di 30 metri con un grappolo di antenne alla sommità – dice un gruppo di residenti – È poco distante dall’area residenziale e dall’asilo nido. Non sapevamo nulla".
I cittadini hanno notato il transennamento e sono andati subito in allarme tanto da chiedere un intervento immediato al sindaco Simone Pugnaloni, che hanno incontrato ieri. "Anche se il Comune di Osimo è dotato di un regolamento per le antenne, non può opporsi alle recenti normative nazionali che consentono alle compagnie telefoniche di acquisire tutte le autorizzazioni degli enti sovracomunali e poi presentare la richiesta per il nuovo impianto", aveva detto il primo cittadino. Polemico il consigliere di ’Progetto Osimo futura’ Achille Ginnetti: "Quello che ci lascia profondamente costernati è che il sindaco, nonostante la domanda della compagnia telefonica sia stata presentata in Comune il 20 ottobre, si è guardato bene dall’informare subito sia il Consiglio di quartiere che i cittadini della zona interessata. Abbiamo appreso dai social che, pressato dai cittadini, il sindaco ha organizzato ieri una riunione pubblica, con ben tre mesi e mezzo di ritardo. Al di là del fatto che il Comune non potrebbe opporsi all’installazione delle antenne per la telefonia, rimane un grave atto di mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini il fatto di non averli tempestivamente informati, nemmeno attraverso il consiglio di quartiere".
Il Piano antenne era stato accuratamente aggiornato dal Comune pochi anni fa. Tra gli elementi fondanti inseriti nel regolamento, il posizionamento degli impianti in via prioritaria su edifici o in aree di proprietà pubblica, l’accorpamento degli stessi su strutture di supporto comuni o quantomeno all’interno di siti comuni ottimizzando l’utilizzo delle aree che ospitano gli impianti stessi e l’utilizzo dei proventi derivanti dall’installazione di nuovi impianti radioelettrici per le rilevazioni di campi elettromagnetici in prossimità dei nuovi impianti e per comunicare alla cittadinanza i risultati.
Silvia Santini