
di Marina Verdenelli
La discoteca non era sicura e tanto i proprietari quanto i gestori sono stati ritenuti responsabili e quindi colpevoli per i sei morti della Lanterna Azzurra, quelli che Corinaldo e tutta l’Italia non dimenticheranno mai. Dopo la condanna in appello per la banda dello spray, ieri è arrivata anche quella per il filone bis della discoteca, dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. E’ il filone amministrativo sulle responsabilità e la sicurezza del locale, tenuto aperto con una lunga lista di irregolarità e prescrizioni non osservate pagate con la vita.
Per gestori, proprietari dei muri dell’immobile di via Madonna del Piano e addetti alla sicurezza, la gup Francesca De Palma ha inflitto condanne complessive per 31 anni e sette mesi di carcere, meno della metà di quelle inflitte in secondo grado alla banda della Bassa Modenese, responsabile di aver spruzzato una sostanza urticante ai fini di furti e rapine, creando una fuga di massa, che complessivamente ha preso oltre 70 anni di carcere. Per l’inchiesta amministrativa le pene decise ieri, in abbreviato, vanno da 5 a 3 anni per i singoli imputati, sette in tutto. In due hanno invece patteggiato.
Omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro colposo erano le accuse e che hanno tenuto la gup in camera di consiglio per quasi tre ore prima della sentenza. A procedere con il rito alternativo sono stati i proprietari della discoteca, Micci Letizia e Mara Paialunga, madre e figlia, condannate a tre anni (il pm Paolo Gubinelli aveva chiesto l’assoluzione perché per lui non erano emersi elementi di colpevolezza), Marco Cecchini, il dj e gestore di fatto del locale, condannato a 5 anni e un mese, Carlantonio Capone, socio della Magic che aveva in gestione la discoteca, condannato a 4 anni e 2 mesi, Gianni Ermellini, responsabile della security, 3 anni e 8 mesi di condanna, Micci Alberto e Micci Marco, anche loro proprietari dell’immobile, condannati a 4 anni. Dj Marco è stato assolto da un reato di falso, su problematiche amministrative e tecniche del locale, per non aver commesso il fatto. Stessa formula assolutoria per Capone, per la licenza illegittimamente ottenuta. Francesco Bartozzi, amministratore unico della Magic, la società che gestiva la Lanterna, ha patteggiato a due anni e 8 mesi (aveva anche un falso per l’adeguamento delle prescrizioni e l’apertura abusiva del locale). Alessandro Righetti, il buttafuori in servizio quella sera, ha patteggiato a due anni.