REDAZIONE ANCONA

"Sul palco un matrimonio tra donne. Una storia di orgoglio e coraggio"

In Spagna nel 1901, due donne si sposano travestendosi da uomo. La storia di coraggio e amore viene portata in scena in uno spettacolo che racconta la lotta per la libertà delle donne. In Italia, la mentalità è ancora indietro ma qualcosa sta cambiando.

"Sul palco un matrimonio tra donne. Una storia di orgoglio e coraggio"

Spagna, 8 giugno 1901. In una chiesa a La Coruña si celebra un matrimonio. Che c’è di strano? E’ che a sposarsi sono Elisa Sanchez Loriga e Marcela Gracia Ibease. Sì, due ‘lei’. Ci riescono perché una di loro si traveste da uomo. E’ la trama di un romanzo? No, è storia. Da quella incredibile ‘prima volta’ è tratto ‘Spose. Le nozze del secolo’, in scena stasera (ore 21) al Teatro Goldoni di Corinaldo. Matteo Tarasco dirige Marianella Bargilli e Silvia Siravo, nei panni delle due coraggiose (a dir poco) donne.

Bargilli, è uno spettacolo di impegno civile o il semplice racconto di una storia ‘esemplare’ che sa di inno alla libertà e all’amore?

"Da qualche anno mi occupo di teatro sociale, un teatro che sappia comunicare un’emozione, ma anche un ragionamento. E’ una dimensione che mi appartiene. E’ importante raccontare la storia di due donne che erano più rivoluzionarie di quanto siamo noi oggi, per il loro coraggio e la loro speranza. Due donne che si amavano e che hanno fatto di tutto per raggiungere quello che volevano. Portarle in scena per noi è un orgoglio".

Nessun ‘problema’ con il pubblico?

"No, tra l’altro in provincia abbiamo trovato persone più disposte ad ascoltare questa storia che a Roma. E’ uno spettacolo che funziona, dinamico, con ritmo, elegante e delicato. Non è offensivo né morboso. Il tema che affronta comunque è stato abbastanza sdoganato rispetto a qualche anno fa".

In Italia però siamo indietro, anche dal punto di vista legislativo.

"Sì, gli italiani sono poco predisposti alle rivoluzioni. Ma qualcosa sta accadendo. Sarà bello quando di certe cose non ce ne fregherà niente, perché capiremo che sono normali".

Siravo, potremmo definirlo uno spettacolo ‘femminista’?

"Non so se è l’aggettivo giusto. Sicuramente è la storia di due donne forti, coraggiose, che combattono per difendere il loro amore. A quei tempi le donne non avevano molte scelte: sposarsi o andare in convento. Al massimo diventare maestre, come le due protagoniste".

La loro fu una vera avventura...

"Rischiarono il carcere, subirono violenza fisica, dovettero fuggire prima in Portogallo e poi in Sudamerica. In Portogallo però furono salvate da un vero e proprio movimento popolare, che le sostenne. Quello che raccontiamo è tutta una storia vera. E’ un modo per tenere viva la memoria di quanto dure fossero allora le condizioni delle donne".

Raimondo Montesi