
Prosegue la lotta all’evasione fiscale da parte del Comune. Dopo il giro di vite sui furbetti di Imu e Tasi, l’amministrazione procede ora con la riscossione coatta dei mancati pagamenti della Tari, la tassa sui rifiuti, e comincia dal 2015. Solo per quell’anno il Comune ora incassa, complessivamente, 349.411, secondo le somme accertate dall’ente che corrispondono ad avvisi già notificati agli utenti e dunque subito esigibili. E intanto ha già conteggiato anche gli incassi mancanti per il primo semestre del 2021, sempre in materia di Tari. Si tratta di altri 178mila euro circa. In questo caso l’iter per la riscossione procederà con gli avvisi e solo dopo il mancato pagamento anche a seguito delle notifiche, si potrà procedere con la riscossione coatta. Ad avere vita difficile sono anche i furbetti di Imu e Tasi. Anche in questo caso il Comune, espletati tutti i vari tentativi possibili per recuperare le cartelle non pagate tra il 2018 e il 2020, passa alla riscossione coattiva. Del resto a mancare all’appello delle casse pubbliche è un vero e proprio tesoretto. Si tratta infatti di oltre 2 milioni e 400mila euro di bollette che alcuni cittadini non hanno pagato. E se nei primi tentativi di recupero i "furbetti" potevano essere stati vittime di semplici dimenticanze, dopo i vari solleciti arrivati ai diretti interessati anche tramite posta raccomandata, per loro ora non ci sono più giustificazioni per continuare ad eludere le tasse. Il Comune ha così dato il via alla riscossione di tutti gli avvisi di accertamento di Imu e Tasi che risultano ad oggi ancora non riscossi per avvisi emessi e notificati ai diretti interessati dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2020. In totale gli avvisi di accertamento Imu e Tasi notificati e non ancora riscossi ammontano a 2 milioni e 408.354,28 euro suddivisi in due lotti: uno per un importo di un milione e 942.784,03 euro e costituito da 146 titoli e un secondo lotto per un importo di 465.570,25 euro costituito da altri 526 titoli. La normativa in vigore prevede che in caso di riscossione coattiva possono essere addebitati al contribuente oneri di riscossione pari al 3%, ovvero al 6% (a seconda che si paghi entro o oltre 60 giorni dalla notifica) con un tetto rispettivamente di 300 o 600 euro. Il Comune ha da tempo stipulato un contratto con la società Abaco s.p.a. in base al quale il corrispettivo riconosciuto al concessionario per l’attività di riscossione coattiva è stabilito nella percentuale dell’11% delle somme riscosse oltre Iva, a cui devono sommarsi i rimborsi delle spese.