Tra i dieci vini più premiati d’Italia al "Vinitaly" tre sono marchigiani

L'assessore all'Agricoltura delle Marche esalta al Vinitaly la qualità dei vini regionali e la necessità di diversificare per mantenere il successo. Focus sull'importanza del passaggio generazionale e dell'azienda familiare per garantire il futuro del settore.

La forza del Made in Marche? La qualità delle produzioni, anche vitivinicole, la capacità attrattiva, gli alti standard di servizio e l’artigianalità. Lo ha sostenuto ieri l’assessore all’Agricoltura della Regione, Andrea Maria Antonini, intervenuto al Vinitaly di Verona al convegno “Radici profonde, visioni future: l’evoluzione del vino marchigiano”. "Il grande punto di forza dei vini marchigiani è la qualità": lo ha confermato l’enologo Roberto Potentini con un dato: "Nei primi 10 posti dei vini più premiati d’Italia ci sono tre etichette marchigiane. Dobbiamo ora saper diversificare". L’attenzione al vigneto Marche deve concentrarsi anche per garantire il passaggio generazionale e tutelare le superfici "perché se scendiamo sotto i 17mila ettari vitati perdiamo automaticamente lo status di regione vinicola, che significa perdere attenzione e aiuti per la promozione" ha aggiunto. "L’importanza dell’azienda familiare è fondamentale, perché quella del vino è un’attività di business che richiede molto tempo per il rientro – ha riconosciuto il presidente dell’Imt, Michele Bernetti – Per il futuro non abbiamo timore: siamo una regione un po’ chiusa, forse per il carattere dei marchigiani, molto dediti al lavoro e meno alla comunicazione. E per questo ritengo che qualche innesto esterno potrebbe essere interessante".