
Traffico di droga: clan rom e pusher a processo
Un ristorante che avrebbe fatto da base a tutto il gruppo e quattro donne rom, tutte legate alla famiglia Spinelli, che avrebbero gestito un traffico di cocaina servendosi di spacciatori al dettaglio in grado di soddisfare le richieste dalla costa all’entroterra. Andranno a processo in 16 per il maxi giro di droga dell’operazione "Mare e Monti", dal nome del ristorante coinvolto, a Rocca Priora, smantellato dalla squadra mobile nel 2018, dopo un anno di indagine, con i primi sei arresti scattati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina nell’intera provincia dorica. La giudice Francesca De Palma ieri ha rinviato a giudizio il clan rom e i presunti spacciatori.
Il processo per loro inizierà l’8 giugno, davanti al collegio penale. Nei primi sei arresti che scattarono cinque anni fa ben quattro erano le rom, due erano albanesi, presunti pusher che avrebbero rifornito il giro. Gli altri erano stati tutti indagati a piedi libero, accusati di vari episodi di spaccio tra Chiaravalle, Ancona, Falconara e Civitanova Marche.
Oltre all’associazione a delinquere (contestata solo a 9 dei 16) dovranno rispondere a vario titolo anche di vari episodi di spaccio e uno di estorsione, quello per una vettura, una Alfa Romeo Mito, presa in pegno per un debito di droga non riscosso.
Il presunto gruppo criminale venne smantellato con un blitz fatto all’alba del 19 settembre del 2018. La polizia mise in campo più di 60 agenti per dare un colpo definitivo al traffico di cocaina. Il ristorante finì sotto sequestro, considerato una sorta di quartier generale dell’associazione. A coordinare le indagini della squadra mobile, diretta da Carlo Pinto, era stato il pm Rosario Lioniello.
Insieme a due albanesi le quattro donne rom avrebbero creato una struttura piramidale per la quale si occupavano di prendere gli ordini della droga, servendosi anche del ristorante, teatro già di un arresto avvenuto l’8 marzo sempre del 2018, per spaccio di droga. Gli albanesi avrebbero provveduto a far arrivare la cocaina che attraverso degli spacciatori al dettaglio sarebbe stata poi recapitata alla clientela.
A chi non riusciva a saldare il conto scattava l’estorsione. In un caso c’era stato chi aveva dovuto cedere l’auto nuova perché non riusciva più a pagare la droga già consumata. Aveva accumulato un debito di 3.500 euro. Altre vittime ci avrebbero rimesso monili d’oro. Gli imputati sono residenti per lo più a Falconara e hanno tra i 26 e i 56 anni. Stando alle loro difese si tratterebbe più di droga parlata, frutto di intercettazioni, che di droga poi realmente trovata.
Marina Verdenelli