Eventi isolati o sciame sismico che potrebbe essere collegato a fenomeni del recente passato? Gli esperti sono abbastanza inclini a seguire la seconda strada. L’evento di ieri mattina, 4.1 di magnitudo, è solo l’ultima scossa di una scia sismica partita a novembre 2022 che ha un medesimo epicentro al largo della costa marchigiana tra quella anconetana e pesarese. Da quel giorno si sono verificate altre scosse di magnitudo anche tra 3 e 4.1 tra cui una 3.7 l’8 settembre scorso alle 16.36. A novembre le due forti scosse causarono ingenti danni a case e scuole, molti disagi alla popolazione e alle strutture ospedaliere, e circa 500 sfollati tra l’anconetano e il pesarese. I successivi episodi sismici non hanno provocato ulteriori danni ma tengono costantemente in apprensione una popolazione già provata anche da altre calamità come l’alluvione del settembre scorso.
Il terremoto ieri è stato registrato dalla Rete Sismica Nazionale. L’epicentro, secondo i dati riportati dall’Istituto Nazionale di Geofosica e Vulcanologia (Ingv) è stato localizzato in mare ad una distanza di circa 39 km dalla Costa Marchigiana. Senigallia dista circa 39 km, il capoluogo Ancona circa 41 km dall’epicentro. La profondità ipocentrale dell’evento è circa 2 km in una zona adiacente alla zona della sequenza sismica del novembredicembre 2022, il cui evento principale ha avuto magnitudo 5.5. Il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani evidenzia alcune scosse di magnitudo stimata intorno a 5.0; ricordiamo l’evento del 30 ottobre 1930 nei pressi di Senigallia, 5.8, il più significativo della costa settentrionale marchigiana del Novecento. "Nella memoria collettiva e nella narrazione pubblica tuttora dominante – si legge sul sito Ingv dedicata ai terremoti – la sequenza che ha colpito soprattutto le città di Ancona e Falconara nel primo semestre del 1972 è radicata come la massima catastrofe sismica mai subita dal territorio anconetano".