Un impianto per i rifiuti pericolosi vicino ai luoghi per i pasti alle scuole

Tre capannoni dell’ex Sjat in via dell’Industria destinati al trattamento. Procedura di valutazione

Un impianto per i rifiuti pericolosi vicino ai luoghi per i pasti alle scuole

Un impianto per i rifiuti pericolosi vicino ai luoghi per i pasti alle scuole

Spunta un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi (tra cui amianto e fanghi industriali) e non alla Zipa: tre capannoni nell’area dell’ex stabilimento ex Sjat in via dell’Industria 7, accanto ai locali dove si cucinano i pasti per le scuole della città e non solo. A sollevare il caso è l’ex assessore jesino Leonardo Animali: "Mentre a Jesi la classe dirigente e la cultura cittadina in questo mese si stanno interrogando, grazie a un interessante evento espositivo, su come sarà la città nel 2050 lungo la bassa e media Vallesina, da tempo la Jesi del futuro ha già messo le fondamenta. La scorsa primavera è stato dato l’ok al procedimento autorizzativo per la realizzazione a Jesi di un’altra "bomba ecologica": "una piattaforma polifunzionale per il recupero e il trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e per la produzione di End of Waste". A proporlo è la Edison Next Recology srl con sede a Rivoli. "End of Waste" è un procedimento per il quale un rifiuto, viene trasformato in prodotto spesso per edilizia o costruzione. Gli amministratori locali e la politica non commentano la novità. "Verranno realizzati, partendo da rifiuti pericolosi contaminati - sostiene Animali - prodotti da vendere sul mercato, o materia prima per gli inceneritori o discariche. Nello specifico questo impianto, che sarà il primo ‘End of waste’ delle Marche, classificato come industria insalubre, verrà realizzato in un’area già idonea dal punto di vista urbanistico. Occuperà una superficie di 26.400 mq (quasi tre ettari). La nuova piattaforma ‘End of waste’ - prosegue Animali - tratterà fino a mille tonnellate di rifiuti in ingresso al giorno. Che non arriveranno a Jesi di certo ‘a piedi‘". "Si tratta di una proposta – spiega il dirigente della Provincia di Ancona (Area Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali) Sergio Bugatti – per la realizzazione di un impianto per il trattamento di rifiuti da svolgere all’interno dei capannoni. Siamo in fase iniziale del Paur, una procedura di valutazione ambientale che ricomprende tutte le autorizzazioni necessarie compresa l’autorizzazione integrata ambientale. Si è svolta solo la procedura preliminare finalizzata a coinvolgere gli enti per individuare gli elementi utili per ottenere l’autorizzazione che non c’è ancora. Provincia, Ata e altri enti coinvolti dovranno esprimersi. I tempi sono difficilmente quantificabili, c’è un tempo massimo di 180 giorni che però potrebbe allungarsi per le necessarie sospensioni".