
Una via crucis per prenotare la Tac: "Ma all’Inrca mi hanno salvato"
"Oggi mi trovo ricoverato in un letto di cardiologia dopo che mi hanno messo due stent sulla coronaria destra. E questo dopo una via crucis interminabile per prenotare una Tac coronarica, fatta dopo 11 mesi di attesa e la risposta arrivata dopo oltre 15 giorni". A raccontare la propria esperienza che ha un lieto fine all’Inrca di Ancona è un medico specialista urologo, Marcello Magagnini di Jesi. Lo fa consapevole di aver rischiato grosso e per offrire il suo "piccolo aiuto per una medicina veramente preventiva". "Non avevo nessun sintomo – spiega Magagnini -. Golf e bicicletta sono i miei sport preferiti attualmente, dopo aver praticato a lungo podismo tennis e calcio. Ho una leggera ipertensione tenuta facilmente sotto controllo, ma una storia familiare di infarti e morte improvvisa partendo dai miei genitori fratello e zii e cugini. Fortunatamente il cardiologo Carlo Costantini, considerato tutto questo, mi ha consigliato di fare una Tac coronarica che a dire il vero non ero proprio convinto di fare. Nonostante io sia medico non ho voluto intraprendere scorciatoie o sfruttare dei vantaggi da questo status ma ho dovuto fare delle vere peripezie per riuscire a fare la Tac da cittadino comune. Sono riuscito a farla dopo 11 mesi di attesa. In questa settimana avrei dovuto essere in Piemonte a cimentarmi con la mia bicicletta. Fortunatamente la risposta è arrivata prima che partissi perchè sicuramente, visto quanto emerso dall’esame, avrei rischiato molto. Oggi grazie all’abilità del dottor Gabriele Gabrielli e alle cure e trattamento squisito di tutto il personale di cardiologia dell’Inrca posso riprendere la mia attività sportiva con meno rischi, ma consapevole di essere entrato nella famiglia dei cardiopatici". "La mia storia non è eccezionale – aggiunge il noto medico jesino - perché ho conosciuto un altro paziente sottoposto allo stesso procedimento. Lui si è sottoposto a Tac coronarica mal volentieri essendo un podista e non avendo alcun disturbo".
"Ho deciso di raccontare la mia storia – rimarca ancora Magagnini – soprattutto per far capire a qualche Solone, lettore di immagini, che la Tac coronarica non può essere solo una tecnica da usare nelle urgenze ma è altamente preventiva per evitare lutti o invalidità che verrebbero a costare di più alla società. Certo, non può esserne fatto un uso indiscriminato ma quando c’è una richiesta di un medico va fatta e non solo se telefona il cardiologo". Il riferimento è a un dibattito nato tra sanitari via social sul fatto che questo tipo di esami complessi e costosi andrebbero prescritti solo dallo specialista e non dal medico di famiglia. "In tutta questa storia oltre alla soddisfazione di uno scampato pericolo, che però poteva benissimo essere anticipato se solo le liste di attesa non fossero così lunghe – conclude Magagnini - ho visto che due mie pazienti muovendosi come me sono riusciti a fare la Tac coronarica in tempi accettabili e non per forza a pagamento. Dobbiamo arrivare ad avere una medicina veramente preventiva".