Ancona, positivo all'Hiv faceva sesso non protetto. Arrestato untore

Aveva rapporti con le partner senza adottare precauzioni pur nella consapevolezza di essere positivo al virus da almeno 11 anni: 200 le potenziali vittime. La polizia diffonde nome e foto

Il momento dell'arresto, nel riquadro Claudio Pinti nella foto diffusa dalla polizia

Il momento dell'arresto, nel riquadro Claudio Pinti nella foto diffusa dalla polizia

Ancona, 13 giugno 2018 - I poliziotti della Squadra mobile di Ancona hanno arrestato un 'untore' del virus dell'Hiv: contraeva rapporti sessuali con i partner (donne e anche alcuni uomini) senza adottare alcuna precauzione pur nella consapevolezza di essere positivo all'Hiv da almeno 9 anni. Claudio Pinti, un un autotrasportatore di 35 anni, di Ancona, è ora in carcere. La delicatissima indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Servizio centrale operativo, coordinata dalla Procura di Ancona. 

Potrebbero essere oltre 200 le potenziali vittime di contagio da parte dell'uomo, che viaggiava in tutta Italia per lavoro. Lui nega la malattia. La polizia ha lanciato un appello per individuare le potenziali vittime, contattate da lui anche attraverso chat e social network. 

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Tutto è partito dalla segnalazione della partner del 35enne. I due si erano conosciuti a fine anno ad una cena ed avevano cominciato a frequentarsi assiduamente dal mese di febbraio, fino a quando la giovane, lo scorso mese, a seguito di una serie di specifici malesseri fisici e insospettita da alcune dicerie sullo stato di salute del suo partner che giravano nell’ultimo periodo della loro storia, si è sottoposta a specifici accertamenti clinici presso l’ospedale Regionale di Torrette.

Gli esiti clinici purtroppo non hanno lasciato scampo: era stata contagiata. Appena intuita la malafede di colui che asseriva essere l’uomo della sua vita, la donna si è rivolta alla polizia per perseguire nei termini di legge il responsabile della sua malattia. 

"Sono stata defraudata della libertà di scegliere e ingannata rispetto alla patologia di cui è affetto", si è sfogata così con le poliziotte del servizio Reati di Genere dello Sco, diretto da Francesca Capaldo, la compagna dell'autotrasportatore 36enne. La donna ha riferito ai poliziotti di aver sporto denuncia anche per evitare che altre potessero correre lo stesso rischio.

Dopo lo choc, ha riferito la polizia, c'era stata una fitta corrispondenza di messaggi Whatsapp tra i due: lei chiedeva con insistenza spiegazioni su ciò che era accaduto, ottenendo da lui timide ammissioni alternate a complete negazioni della malattia. L'uomo le avrebbe anche inviato un video-selfie in cui inscenava un autoesame con un kit per il prelievo del sangue, per 'rassicurarla'.

L’attività investigativa della squadra mobile di Ancona, coordinata per la delicatezza dell’indagine dal Servizio Centrale Operativo della polizia, sezione reati di genere, guidati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, ha certificato che che l’indagato era già affetto dalla sindrome da almeno 11 anni, accertando, inoltre, la sua malafede in quanto consapevole del suo stato di salute, quindi responsabile a titolo di dolo di non aver adottato le necessarie precauzioni per evitare il contagio alla vittima.

Nelle prime ore del pomeriggio di ieri, i poliziotti hanno raggiunto l’indagato nella sua abitazione e lo hanno arrestato. Sono stati sottoposti a sequestro computer, tablet, telefonini e supporti informatici, visto che l’uomo utilizzava soprattutto chat” per avere nuove frequentazioni.

A sorprendere gli investigatori durante le fasi dell’arresto, è stato soprattutto il cinismo con cui l’uomo, nonostante i risultati delle analisi, rifiutava di considerarsi malato affermando di ritenersi un negazionista dell’esistenza di tale malattia. Non riconoscendo di essere affetto da Hiv, ha continuato negli anni ad avere rapporti sessuali, anche non protetti, senza avvisare le partner occasionali. Dopo il suo primo fotosegnalamento e i rilievi dattiloscopici, è stato portato in carcere a Montacuto.

Per esigenze investigative la polizia ha divulgato la foto di Claudio Pinti; anche "per il rilevante interesse pubblico che potrebbe riguardare eventuali altre vittime di reato, la Squadra mobile di Ancona sta cercando di contattare coloro che abbiano eventualmente avuto incontri sessuali con il Pinti. Chiunque fosse in possesso di notizie utili - chiedono gli agenti - è pregato di contattare con urgenza personale della Polizia di Stato - Squadra Mobile di Ancona, negli orari mattina o pomeriggio al numero 0712288595".

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