OTTAVIA FIRMANI
Cronaca

Uomini che aggrediscono le donne. L’identikit: italiani e conviventi

Il report della Regione: crescono i femminicidi, boom di richieste di aiuto ad Ascoli e Ancona. Più 20 % di accessi ai pronto soccorso. Soltanto 12 episodi su 748 riconducibili a sconosciuti .

Una manifestazione contro la violenza di genere

Una manifestazione contro la violenza di genere

Palma Romagnoli, uccisa con un fucile da caccia dal marito a Corridonia. Loredana Molinari, morta per le martellate del figlio a Chiaravalle. Ornella Veschi, assassinata dal figlio con una pistola a Senigallia. Luisa Marconi, strangolata nella sua cucina a Fano. Rita Caporaletti, annegata nel lago a Montefano, vicino al marito. Ana Cristina Correia Duarte, accoltellata ad Ancona dall’uomo che ha sposato e che aveva segnalato per le violenze subite. Emanuela Massicci, massacrata di botte dal marito a Ripaberarda di Castignano. Sette vite interrotte per mano di persone maltrattanti, abusanti, violente. Tragedie che non sono lontane e irreali, ma vicine e concrete. Un numero immenso e straziante, che continua a crescere. Tre vite strappate nel 2022 nelle Marche, quattro nel 2023, cinque nel 2024. Una ferita aperta e sanguinante per la Regione, e per l’Italia intera, che a poco più di due mesi dall’inizio del nuovo anno ha già pianto quattro donne uccise. "Non un fenomeno eccezionale, legato a condizioni patologiche o di disagio, ma piuttosto un fenomeno strutturale e trasversale radicato con forza in una cultura che vede violati i diritti umani fondamentali quali la libertà, il rispetto e la dignità dell’altro". Questa la definizione della ‘violenza di genere’ presente nell’annuale report della Regione Marche. Nel corso dell’anno 2023, sono state 748 le donne che hanno avuto accesso ai Centri antiviolenza della Regione, dato in crescita rispetto a quello del 2022, che attestava 705 richieste di aiuto. A dimostrare una maggiore affluenza sono stati i numeri registrati dai centri di Pesaro Urbino (232), Ancona (183) e Macerata (224) ma l’aumento rilevante arriva dalla provincia di Ascoli Piceno, che segna una crescita del 31,1%, con accessi ai cav che passano dai 45 del 2022 ai 59 del 2023. Cresce notevolmente anche Ancona, con un +18,8%. Stabile rispetto all’anno precedente Fermo, che registra 50 casi nel 2023.

Con un incremento del 20% crescono anche le diagnosi di violenza nei Pronto soccorso, dove sono state assistite 251 donne, di cui 19 minorenni. Secondo il report, le principali vittime di violenza sono donne, perlopiù italiane (73%), di età compresa tra i 30 e i 59 anni (78%). Il 39,8% è sposato o unito civilmente, il 33,2% nubile e il 24,6% separato o divorziato. Il 56% ha un diploma di scuola superiore, mentre il 20,5% possiede un titolo universitario. Il 64% delle vittime lavora, mentre un quarto è disoccupato. Anche in questo caso i dati restano in linea con l’anno precedente. Il contesto più a rischio rimane però l’ambiente domestico, con abusi spesso perpetrati dal partner o dall’ex. In soli 12 casi, su 748 totali, ad agire con violenza è stato uno sconosciuto. Il carnefice è molto più spesso un marito, un ex compagno, un padre, un datore di lavoro. L’identikit dell’autore di violenza è già delineato: è principalmente di sesso maschile (98%) di età compresa tra i 40 e i 49 anni (32%), coniugato o unito civilmente (42%), con diploma di istruzione secondaria di secondo grado (47,4%), di nazionalità italiana (77%) con un’occupazione stabile (57%).

"Dall’analisi – si legge nel report – il maltrattante appare normalmente inserito e non manifesta impensabili anomalie o particolarità. Pertanto, il rischio è quello di credere in prima istanza più all’uomo che alla donna che dichiara sommessamente il problema". Botte e minacce, ma anche ricatti e maltrattamenti psicologici: sono tanti i modi in cui gli aguzzini isolano e violentano le loro vittime. A fotografarli sono i Centri anti violenza che aprono le porte a chi subisce e ha bisogno di ascolto e conforto. È la violenza psicologica quella tristemente più diffusa, con 687 casi registrati nel 2023, in aumento rispetto ai 626 casi segnalati nel 2022. Seguono le minacce, passate da 481 a 519 casi, e la violenza fisica, che cresce da 487 a 511 episodi. C’è poi la violenza economica: anche in questo i casi sono in crescita e passano da 339 nel 2022 a 387 nel 2023. Anche lo stalking e il cyberstalking mostrano un aumento, da 157 a 191 episodi. E poi, le forme di violenza sessuale: molestie, revenge porn o costrizioni a pratiche degradanti, sono passate da 163 a 105 casi. Crescere in una casa in cui la violenza è quotidiana, assorbire quei gesti e quelle parole, vivere terrorizzati già da bambini. La violenza di genere non è un fenomeno che tocca tragicamente ‘solo’ la vita di chi la subisce. Ci sono tante vittime, invisibili, che crescono in ambienti di paura e che in quella paura riconoscono, erroneamente, ‘amore’. È il caso dei figli che assistono alle vessazioni del genitore. Nel 2023, i figli di 417 donne maltrattate hanno osservato e convissuto con la violenza (73,4%), 112 l’hanno vissuta sulla loro pelle (19,7%).

Uscire dal circolo della violenza è possibile. Lo testimoniano i dati della provincia di Ancona, che registra il numero più alto di percorsi di uscita avviati (160, 59,5%). Tuttavia, una criticità risiede nel numero di donne che abbandonano o sospendono il servizio: il fenomeno riguarda specialmente i centri di Pesaro Urbino (35,7%) e quello di Macerata (33,8%).