
Vincenzo Guerini esprime dispiacere per la fine della sua avventura ad Ancona, sottolineando l'importanza della squadra e della città.
Vincenzo Guerini, avventura finita. Quanto rammarico? "Provo molto dispiacere, tutti sanno cosa rappresenta Ancona per me. Ma continuo a pensare che sia più importante l’Ancona, dunque posso solo augurare il meglio alla città, alla squadra e alla società, in modo che possa uscire da questa categoria, vergognosa per l’Ancona. Devo ringraziare il sindaco, tutti quelli che mi hanno accolto dopo tanti anni con affetto. Resta solo il rammarico di non aver dato quello che avevo in mente". Cosa si poteva fare che non s’è fatto?
"A livello tecnico non si poteva fare molto di più. Magari avrei potuto intervenire prima per cercare di appianare le divergenze, o almeno tentare di farlo. Ma delle volte mi sono frenato, verso la fine c’era il rischio di essere risucchiati dalla bassa classifica, non sarebbe stato salutare fare casino, ho cercato di rimandare quello che è successo, sperando che la società accettasse le nostre condizioni. Ma ora non è più momento delle polemiche".
Quanto hanno inciso le problematiche societarie? "Per fortuna sono arrivate quando avevamo raggiunto l’obiettivo. Altrimenti avremmo potuto anche arrivare quinti, o quarti. C’erano delle carenze che abbiamo sottolineato, e la società le aveva capite, il nodo cruciale era che volevamo gestirla, io soprattutto, che conosco bene il calcio e la tifoseria. Naturalmente rendendo conto alla società di tutti i passi che avremmo fatto. Pensavo di essere l’uomo giusto per poterlo fare".
Qualche errore anche da parte vostra, o no? "Abbiamo perso troppe partite in casa, questo è chiaro. Ma Gadda, Tamai e Ancarani hanno lavorato giorno e notte per mettere in piedi un bel gruppo di lavoro, e ci sono riusciti".
Con la piazza vi siete lasciati bene, tra le sciarpe della Curva Nord e i cori. "La piazza è incredibile, ti mette anche un po’ in imbarazzo. Abbiamo fatto partite in casa veramente brutte, però non c’è stata una volta che qualcuno ci abbia detto qualcosa, un po’ mi sono anche vergognato. Perdendo all’ultimo secondo, o 4-0 in casa, invece ci hanno festeggiato".
Un messaggio alla città, al suo popolo biancorosso? "E’ stato un piacere tornare ad Ancona, non mi aspettavo l’affetto ricevuto, né tantomeno il Ciriachino d’oro. Grazie, perché nonostante non abbiamo regalato le emozioni del passato, l’affetto ricevuto è stato commovente. Spero che l’Ancona ritorni nei campionati che competono a una piazza così attaccata alla maglia e così affettuosa. Mi auguro che anche i nuovi soci lo capiscano bene. E grazie al sindaco, quando mi ha chiamato l’anno scorso ci ho pensato vari giorni. Ma ho fatto bene, esistono valori indissolubili".
Giuseppe Poli