Ancona, 6 settembre 2023 – Un sopralluogo sul tetto finalizzato a studiare il modo per installare un impianto con pannelli fotovoltaici è costato la vita al titolare dell’azienda "Quattro Separator", specializzata in impiantistica per depuratori, con sede in via Fioretti 7. Proprio al capannone della Baraccola, dove l’attività era avviata da circa un anno in quella sede, Andrea Monti, 53 anni, general manager, è precipitato da un lucernario che si è rotto sotto il suo peso. Ha fatto un volo di oltre dieci metri, finendo dentro il capannone dove è rimbombato il tonfo del violento colpo, con i pezzi in plexiglas della copertura sfondata che si sono frantumati al suolo. Una morte terribile. La tragedia si è consumata ieri mattina, attorno alle 11.
L’attività andava bene, Monti, originario di Falconara, l’aveva tirata su con impegno e devozione. Un passato da agente di commercio che aveva lasciato specializzandosi nel settore che produce separatori centrifughi, decanter ad alte prestazioni e impianti per la separazione dei solidi dai liquidi come succede nei depuratori.
Prima aveva fatto il dipendente, specializzandosi nel suo lavoro, poi aveva deciso di mettersi in proprio. Era contento della sua azienda e voleva installare un impianto con pannelli solari per produrre energia e magari anche abbattere i costi della corrente, sempre più insostenibili per ha una impresa.
Ieri mattina era in programma il sopralluogo con una ditta che si sarebbe occupata di realizzargli un progetto per l’impianto. In quattro sono saliti dal retro del capannone, che confina con quello dell’ingrosso di farine Naspi e si trova proprio dietro al capannone della Genny. La scala, di quelle ingabbiate, esterna, come quelle per le uscite di sicurezza antincendio, è nel capannone di Naspi che aveva dato loro la possibilità di passare per raggiungere il tetto.
C’erano Monti, due tecnici e uno dei Naspi. Mentre i tecnici sono rimasti a ridosso della scala, fotografando e filmando tutto il tetto, una superficie a rettangolo, piatta, intervallata da una serie di lucernari che immettono luce naturale all’interno del fabbricato, Monti si sarebbe spinto più avanti.
Sono in corso accertamenti da parte della squadra mobile e della polizia Scientifica per capire come e perché la vittima sia finita sul lucernario. Stando alle prime indiscrezioni sembra che ci fosse una infiltrazione di acqua, proprio dal lucernario da cui Monti è caduto, che aveva dato dei problemi nei giorni scorsi, quando c’è stata una forte ondata di maltempo con vento forte e pioggia. Il 53enne sarebbe andato a controllare da vicino ma il pannello ha ceduto e lui è finito di sotto. Non è chiaro se ci ha messo proprio un piede o ci si sia solo appoggiato. Chi era sul tetto con lui ha sentito solo i rumori del plexiglas che si frantumava e il tonfo.
Non ci sarebbe nessun testimone oculare che ha visto l’attimo in cui precipitava. Il corpo sarebbe caduto frontalmente. I tecnici e Naspi hanno subito capito la gravità della cosa e hanno chiamato il 118 scendendo dalla scala e raggiungendo il 53enne rimasto immobile sul pavimento del capannone, oltre la scaffalatura metallica usata per tenere il materiale da lavoro. Inutili i soccorsi dei sanitari. Anche l’eliambulanza si era alzata in volo ma è tornata vuota.
Una dipendente è scoppiata a piangere. Sul posto è arrivata la polizia per i rilievi e sentire i presenti. Attorno alle 13 è arrivata anche la compagna di Monti, Chiara. Lì l’ha raggiunta Gabriele Capannelli, storico ristoratore di Ancona, amico stretto della vittima. La procura, con la pm Valentina Bavai, ha aperto un fascicolo senza indagati per ora. Il capannone non è sotto sequestro. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà valutare se disporre o meno una autopsia sul corpo del manager.