
Whirlpool, via libera all’accordo su Beko Europa
FABRIANO (Ancona)
Tra meno di un mese il closing dell’operazione di fusione della attività di Whirlpool in Europa con quelle di Arçelik in Beko Europe. Ieri mattina è arrivato il via libera definitivo da parte dell’autorità britannica per la concorrenza e i mercati, con parere positivo, all’accordo tra la multinazionale Whirlpool che nelle Marche occupa 1.500 dipendenti tra le due sedi – quella produttiva e quella impiegatizia Fabriano e lo stabilimento di Comunanza – e la turca Arçelik che porterà alla nascita di una nuova società, Beko Europe, dove il gruppo turco avrà una quota del 75% e la multinazionale americana il 25%.
Secondo l’accordo, Whirlpool trasferirà il business europeo dei grandi elettrodomestici con i 7 stabilimenti e tutta la forza lavoro. La nuova società sarà operativa il 2 aprile.
La fase due della revisione approfondita è conclusa ma fino ai primi giorni di aprile le multinazionali americana e turca continueranno ad operare separatamente. Arcelik conferirà due stabilimenti produttivi romeni. La Competition and markets authority (Cma), il dipartimento del governo del Regno Unito responsabile della concorrenza, ha ritenuto che l’accordo tra Arçelik e Whirlpool non solleverà problemi significativi sotto il profilo della concorrenza. Il 24 ottobre scorso era già giunto il via libera da parte della Commissione Europea. Il primo aprile prossimo saranno portati a compimento tutti gli iter legali per rendere effettivamente operativa la nuova società il 2 aprile. "Abbiamo riscontrato – le parole di Martin Coleman, presidente della commissione indipendente che ha condotto l’indagine – che non si prevede che l’accordo danneggi la concorrenza, poiché gli acquirenti continueranno a beneficiare di un’ampia gamma di opzioni. Pertanto – ha concluso Coleman - riteniamo che questo accordo debba essere autorizzato a procedere".
Se nelle Marche i lavoratori coinvolti sono 1.500 tra l’ascolano e il fabrianese, in Italia sono 4.600 complessivamente. Maestranze che restano con il fiato sospeso. Si temono ripercussioni sulla produzione, viste anche le difficoltà di mercato dell’elettrodomestico (già oggi i dipendenti sono in cassa integrazione una decina di giorni al mese e si viaggia attorno al 50 per cento della produzione). C’è attesa anche per il tavolo ministeriale sull’elettrodomestico in cui le sigle sindacali hanno chiesto al governo sostegni concreti all’industria del made in Italy e ai suoi prodotti. A chi garantisce la tenuta occupazionale del Paese. Gli ammortizzatori sociali per le sigle non possono bastare in una situazione in cui "produrre in Italia è diventato difficilissimo".
Dopo il via libera Whirlpool ha inviato una comunicazione interna, con la quale si evidenzia che tutta l’operazione rappresenta "una pietra miliare fondamentale" e "che la combinazione delle due attività porterà vantaggi significativi a clienti e consumatori, attraverso marchi attraenti, produzione sostenibile, innovazione di prodotto e servizi ai consumatori".
Sara Ferreri