"Mi scuso, sono caduto nella provocazione"

Gimbo Tamberi e lo sfogo in gara: "Ho sbagliato, ma una cosa è certa, io non sono un antisportivo. Ho dato il cattivo esempio ai giovani"

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Altro che festa e sorrisi per il titolo italiano. Nella notte dopo la conquista dell’ennesimo tricolore di salto in alto all’aperto Gianmarco Tamberi (Fiamme Oro) la trascorre allenandosi con tanto di storia Instagram. "2.30 am! Still training, Can’t accept another failure!" parole accompagnate da una faccina arrabbiata. Come lo era domenica durante e dopo il tricolore vinto con 2,26, allo spareggio, con annesso cartellino giallo rimediato per comportamento antisportivo per il mancato saluto con Marco Fassinotti, secondo.

Gimbo, 30 anni, alla fine della fiera è sbottato, stizzito, mandando quasi a quel paese il collega rivale. Poi ieri è tornato sulla questione chiedendo scusa "per il mio gesto. E’ sbagliato a reagire a delle provocazioni in un momento di massima tensione - racconta in varie storie su Instagram -. Una gara in cui mi aspettavo e avrei voluto saltare molto alto, perché era la mia ultima gara prima del mondiale e Marco lo sapeva quanto ci tenevo. Dopo il mio salto a 2,26 con cui ho vinto la gara sapevo che non sarei potuto andare avanti perché lo spareggio non lo prevede. Sono andato verso Marco per dargli la mano, per congratularmi con lui perché aveva fatto dei buoni salti. Mentre mi avvicino tendendogli la mano lui mi guarda con un sorriso di sogghigno e mi fa. ‘Tanto non puoi andare avanti, è pur vero che hai vinto ma ciò che volevi non puoi ottenerlo oggi’. Quasi una presa in giro per la mia situazione. Non ci ho visto più, anche perché era tutta la gara che mi stava stuzzicando. E’ già successo in passato varie volte, anche nel 2013 quando ero un ragazzino e lui, più grande, era quasi un esempio da seguire".

Non sono mancate le critiche a Tamberi sui social. "Sono a scusarmi anche con coloro che hanno visto nel mio gesto un qualcosa di antisportivo. Ho sbagliato in un momento di grande tensione personale, un gesto sbagliato per i giovani che si avvicinano allo sport, sono caduto nella provocazione. E non è vero che ho chiesto prima dello spareggio se potevo andare avanti, quindi la giustificazione che mi aveva visto parlare con i giudici è una menzogna, perché non sapevo neanche se l’avessi vinto lo spareggio. Mi spiace leggere che mi diano dell’antisportivo a me che sono stato sempre vicino ai miei avversari in qualsiasi situazione. Ho fatto sempre del mio sport una cosa personale. Il salto in alto lo vedevo come io che devo battere me stesso. Mi spiace perché sembra che invece non sia mai passato questo messaggio".

Michele Carletti