Altra area di reperti archeologici emersa dagli scavi del metanodotto

Il ritrovamento sembrerebbe consistere in una struttura di epoca romana .

Altra area di reperti archeologici emersa dagli scavi del metanodotto

Altra area di reperti archeologici emersa dagli scavi del metanodotto

L’attraversamento del territorio del metanodotto Recanati-Chieti, tratto S. Elpidio-San Benedetto, sta evidenziando che la zona è particolarmente ricca di reperti archeologici, in particolare di epoca romana. Gli scavi affidati ad aziende che operano per conto della Snam interessano una fascia di terreno contenuta, eppure tecnici ed operai stanno intercettando siti di interesse storico-archeologico che fanno ipotizzare a grandi insediamenti nel basso Piceno. Dopo quello scoperto in contrada Montecantino, in territorio del comune di Massignano, si ha notizia di un secondo luogo di scavo in contrada Monti a Grottammare, dove sta operando un’altra equipe di archeologi. Fonti ufficiali Snam confermano il ritrovamento archeologico e che al momento, sembrerebbe consistere in una struttura di epoca romana. "Ad oggi, nell’ambito delle consuete interlocuzioni previste in questi casi, cui Snam si attiene rigorosamente – afferma l’ufficio comunicazione di Snam da noi contattato - sono stati prescritti, dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio l’esecuzione di ulteriori scavi di approfondimento, con l’obiettivo di determinare con certezza il rinvenimento e poter così definire la modalità operativa più opportuna da seguire". Va ricordato che Snam Rete Gas si attiene a un protocollo rigoroso e, durante le attività di scavo e movimentazione terra, è sempre presente almeno un archeologo per la sorveglianza e l’eventuale individuazione di evidenze archeologiche. Si tratta di professionisti coordinati da un ulteriore archeologo che si interfaccia direttamente e, soprattutto, indipendentemente con i funzionari della Soprintendenza competente, al fine di allineare tutti i soggetti coinvolti sull’avanzamento delle attività. È importante evidenziare come la Direzione Scientifica sia sempre prerogativa esclusiva della Soprintendenza.

Marcello Iezzi