PEPPE ERCOLI
Cronaca

Arrestato medico no vax

Falsi Green pass e vaccini buttati. In carcere il dottor Giuseppe Rossi

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di Peppe Ercoli

Un medico di famiglia in carcere, un uomo ai domiciliari e altre 72 persone denunciate a piede libero. Numeri che fotografano i risultati dell’operazione ’Green Pack’ portata a termine ieri mattina dai carabinieri del comando provinciale di Ascoli che hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare: una in carcere a carico di Giuseppe Rossi, 67enne ascolano medico convenzionato con l’Asur, e l’altra ai domiciliari per un altro ascolano, il 59enne Maurizio Strappelli. Indagate a piede libero le altre 72 persone coinvolte in una vicenda che sullo sfondo ha il Covid 19, la pandemia che da ormai due anni sta seminando morte, sofferenze, paura e scontri fra chi è favorevole alla vaccinazione e chi no.

Ed è proprio nell’ambito delle vaccinazioni che ha origine il tutto; dal desiderio, cioè, di molti evitare di farsi inoculare Pfizer, Moderna, Jhonson ottenendo però comunque il Green pass, indispensabile per molti lavori, per molte figure professionali, per far quel minimo di vita sociale che ancora è consentita, ma solo con questo lasciapassare sanitario: nella speranza che tutto finisca quanto prima e si torni a vivere più serenamente. Ma nel frattempo ci sono regole che, secondo il procuratore capo Umberto Monti, nel caso in questione sono state violate. Dalle indagini dei carabinieri sono emersi elementi che hanno convinto il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Annalisa Giusti ad emettere le ordinanze di custodia cautelare che i militari dell’Arma hanno eseguito ieri mattina a carico del dottor Rossi, rinchiuso in carcere con l’accusa di peculato, falso, tentata truffa, e di Strappelli, posto ai domiciliari nella sua abitazione per il reato di falso. Il pericolo di inquinamento delle prove è l’elemento che, su richiesta della Procura, ha spinto il giudice ad arrestare i due ascolani, ognuno per le rispettive ipotesi di reato.

Nei prossimi giorni saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia dal giudice Giusti e potranno difendersi. Entrambi potranno spiegare la loro condotta, respingere le accuse o giustificare e spiegare il meccanismo e i motivi per cui il medico metteva in atto una procedura che iniziava dalla richiesta di vaccini all’Asur, passando per la finta inoculazione (secondo la Procura i vaccini non somministrati venivano buttati), per poi inserire i dati nella piattaforma apposita del Ministero della Salute che, a seguito di questa comunicazione, inviava infine l’agognato green pass sullo smartphone del paziente che ne fruiva senza essere vaccinato. Dati che Rossi avrebbe talvolta inserito dalla postazione lavoro quando era di turno come guardia medica in ospedale. All’interno dell’Area vasta 5 di Ascoli la vicenda era in qualche modo emersa. Sospetti c’erano su quanto stesse facendo il dottor Rossi e sul numero di vaccini che richiedeva, sproporzionato visto il numero dei suoi assistiti, 574. Non è stato però facile ottenere da lui chiarimenti ed anzi ci sono volute comunicazioni intransigenti per convocarlo in direzione.