Balneari, la protesta è flop: "La gente non si attiva"

Il presidente Itb Ricci dopo la manifestazione con mille persone a Roma: "Mi aspettavo più partecipazione, c’è chi non capisce che nel 2024 ci sarà l’asta"

Migration

Avrebbe dovuto essere una marcia su Roma con in campo ben 22 categorie di lavoratori ’insoddisfatti’, a protestare contro i provvedimenti del Governo, in particolare contro la Bolkestein. Invece è stata poco più di una passerella per circa mille manifestanti che hanno fatto sfilare tre bare tricolori per evidenziare la fine di molte attività. Al grido di "Ora basta", (il titolo dell’iniziativa), sono arrivati in piazza San Giovanni, da tutta Italia: balneari, partite iva, pescatori, tassisti e via di seguito. Poche centinaia di rappresentanti per ciascuna categoria. I balneari di San Benedetto, Grottammare e Cupra, una ventina in tutto, si sono uniti a quelli della riviera maceratese e dintorni, su un unico pullman. Deluso per la scarsa partecipazione il presidente dell’ITB Giuseppe Ricci. "Pensavo e speravo in un’adesione maggiore, vista la situazione – ha affermato Ricci che da anni combatte contro la Bolkstein – Il ddl sulla concorrenza, all’articolo 3 dice apertamente che entro il 2024 le nostre concessioni andranno all’asta. Bisogna continuare a pressare, con urgenza, sulla politica, sul futuro Governo, per cercare di salvaguardare le imprese italiane. I Decreti attuativi potrebbero mandarci all’asta anche prima di quella data. Considerati i rischi che stiamo correndo immaginavo una maggiore partecipazione".

Giuseppe Ricci fatica a capacitarsi, ma non si rassegna. "Non ho ancora focalizzato perché, nonostante tutto, la gente non si attiva. C’è tanta ignoranza o menefreghismo un po’ in tutte le categorie e maggiormente tra i balneari". Intanto nella mattina di ieri a Roma vi è stato un incontro fra gli organizzatori della manifestazione, durante il quale è stata fornata una delegazione che si è recata a Palazzo Chigi per presentare il documento nel quale sono state sintetizzate le principali richieste da parte di ciascuna categoria in stato di agitazione. "Abbiamo chiesto di non fare sfregio delle attività in cui miglia di imprenditori hanno investito il sudore del loro lavoro. Così facciamo solo un piacere all’Europa a scapito degli imprenditori italiani – ha aggiunto Giuseppe Ricci – Durante la manifestazione, dalle ore 13 alle 19, i responsabili di ciascuna categoria hanno preso la parola per esporre una serie interminabile di problematiche. Se non saranno adottate delle contromisure l’Italia si fermerà".

A Roma sono andate anche le delegazioni dei Pescatori che lottano contro il caro gasolio. Il 21 settembre i natanti dovrebbero tornare in mare dopo il periodo di fermo pesca, ma tra gli armatori c’è molta incertezza. Il prezzo alla pompa è ancora troppo alto, si va da 1,10 – 1,20 euro il litro e a queste condizioni non ci sono margini di sopravvivenza per le imprese pescherecce. La categoria degli armatori auspica ancora un intervento del Governo, ma non si vedono spiragli all’orizzonte.

Marcello Iezzi