Barlocci: "Sgravi Tari Fatte scelte sbagliate"

"Assegnare contributi senza tener conto dell’Isee è inusuale. Siamo indietro sulle barriere architettoniche" . .

Barlocci: "Sgravi Tari  Fatte scelte sbagliate"

Barlocci: "Sgravi Tari Fatte scelte sbagliate"

Alla minoranza la destinazione dell’avanzo di bilancio approvata dall’amministrazione comunale non è piaciuta. Il documento varato nell’ultimo consiglio comunale ha scatenato le ire dell’opposizione, soprattutto di Luciana Barlocci, che al bilancio ha presentato due emendamenti, entrambi bocciati. In particolare, la consigliera del gruppo misto non ha tollerato il modo in cui è stata snobbata la proposta di modifica degli sgravi Tari, che avrebbe potuto rappresentare una forte espressione di vicinanza ai cittadini sambenedettesi. "Dal giorno in cui l’assessore Pellei presentò questo intervento io dissi che era inusuale – tuona Barlocci - e dissi anche che in Italia non esisteva una municipalità che assegnava dei contributi Tari senza tener presente l’Isee. Anche Milano esenta un certo numero di nuclei familiari con Isee inferiore a 6mila euro. E mi permetto di dubitare che la misura approvata abbia trovato il consenso dell’intera maggioranza. Quando anche io ne facevo parte mi associai ad un programma di mandato cui ho molto creduto, in cui si ripete tante volte che la nostra deve essere una città inclusiva e solidale. Si disse che sarebbe stato difficile captare tutte le famiglie che avrebbero avuto diritto all’esenzione, ma la verità è che noi abbiamo il quadro delle difficoltà dei nuclei familiari, grazie al lavoro coordinato del settore bilancio e sociale. Non dobbiamo fare interventi estemporanei figli della demagogia, e dovremmo invece esentare completamente dal pagamento della Tari le famiglie con indicatore reddituale inferiore a 10mila euro".

L’altro emendamento che non ha passato il vaglio del consiglio è quello che chiede la realizzazione degli interventi previsti nel Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (Peba). "Il Peba è legge dal 1992 ed è uno strumento urbanistico fondamentale la cui realizzazione si sviluppa in tre fasi: l’analisi, la soluzione e la programmazione dei lavori. San Benedetto è appena all’inizio di questo percorso: l’unico studio risale al 2015 e nel frattempo non siamo andati avanti". La consigliera, in particolare, aveva proposto di stornare i 100mila euro previsti per la stesura del Piano urbano strategico nell’abbattimento delle barriere architettoniche: "Al contrario del Peba, lo schema direttore non è un obbligo e farlo non ha senso, visto che ancora non esiste una legge regionale per supportarlo. Intanto San Benedetto rimane città non fruibile ai diversamente abili, mentre ci si riempie la bocca con grandi proclami sul turismo e sulla destagionalizzazione".

g.d.m