Coronavirus Ascoli, audio su WhatsApp. La triste caccia all’untore continua

Al centro del messaggio il contagio del ristoratore di San Benedetto, deceduto: l'audio è già all’attenzione degli investigatori

Il messaggio sta circolando di chat in chat dopo la morte del cuoco

Il messaggio sta circolando di chat in chat dopo la morte del cuoco

Ascoli, 10 aprile 2020 - "Allora ragazzi, sapete come ha contratto il virus il cuoco di San Benedetto che è morto? Quello di Ascoli che è andato a sciare e ha infettato mezzo Comune, era anche andato a cena lì, appena tornato dalla montagna". Questo è, in sintesi, il contenuto di un messaggio audio che da due giorni sta circolando di chat in chat su WhatsApp: a macchia d’olio.

Un’altra vergognosa testimonianza dello sport preferito attualmente da molti, la caccia all’untore. Una disciplina nel quale evidentemente eccelle l’illuminato soggetto (forse epidemiologo?) che ha inciso questo audio distribuendolo ad amici che l’hanno poi condiviso. L’audio è già all’attenzione degli investigatori anche se non c’è ancora l’indispensabile denuncia formale dei familiari dell’ascolano indicato come l’untore.

In questo momento hanno ben altri pensieri, come quello di pregare giorno e notte che il loro congiunto abbia salva la vita, giacché da circa un mese è in rianimazione e lotta per la vita; sta meglio, ma il peggio non è passato. Un fatto però è certo. Alla cena in questione il dipendente comunale non ha mai partecipato, visto che la sera dell’8 marzo stava già male e con la febbre alta.

Il contagio al povero ristoratore è dunque avvenuto per altre vie, certamente inconsapevoli. Forse non è chiaro a tutti che si rischiano conseguenze dal punto di vista penale e di dover anche rispondere di una richiesta di risarcimento danni. La diffusione indebita di questi audio è stata affrontata anche dalla Cassazione con sentenze controverse. Ma se dal punto di vista penale una condanna non è scontata, l’autore di questo audio certamente è già censurabile dal punto di vista umano e morale. Per il resto c’è tempo.