"Da tutelare residenze storiche e ville"

"Questa amministrazione che visione ha della città? Che percorso intende seguire?". Domande poste dall’ex deputato Gianluigi Scaltritti al vertice di Viale De Gasperi, in cui si è insediata una maggioranza che ora è chiamata a decidere il futuro di San Benedetto, una città dall’altissima densità abitativa nella quale si continua a costruire. Secondo Scaltritti ci sarebbero alcune strade storiche, soprattutto in quartieri come Sant’Antonio, Albula e Marina Centro, in cui nuove palazzine potrebbero essere realizzate, in futuro, senza tenere conto del criterio di uniformità con le costruzioni circostanti. "C’è una recente sentenza del Consiglio di Stato – continua Scaltritti – che se venisse interpretata in senso ampio, permetterebbe a molti imprenditori di costruire in altezza, elevandosi di diversi piani rispetto ai villini e alle belle residenze vicine. Il risultato potrebbe essere privo della necessaria armonia con il resto dell’abitato". L’ex onorevole si riferisce ad una sentenza di fine marzo 2023, nella quale il Consiglio di Stato ha detto la sua sull’altezza massima che possono raggiungere gli edifici di nuova costruzione, in base alla definizione degli immobili preesistenti a cui i primi dovrebbero adattarsi. Secondo un’interpretazione abbastanza diffusa di tale sentenza, per l’elevazione dell’edificio in costruzione può essere utilizzato come metro di paragone l’altezza non solo degli stabili confinanti, ma anche quella di immobili presenti nell’area circostante, purché non eccessivamente estesa. Il problema è tutto qui. E’ noto, infatti, come diverse vie storiche di San Benedetto abbiano, nelle vicinanze, palazzine piuttosto alte: pertanto, se un costruttore decidesse di fare leva su quanto sancito dall’organo di rilievo costituzionale, potrebbe elevare stabili ben più alti di quelli attualmente presenti. "E’ necessario che il comune dica fin dove si può arrivare – dice ancora Scaltritti – Occorre, soprattutto, che l’amministrazione metta bene in chiaro se una determinata zona debba essere a vocazione turistica o residenziale, oppure consentirà la realizzazione di immobili diversissimi l’uno dall’altro".