Decessi sospetti alla Rsa, infermiera condannata per falso

Un anno e otto mesi di reclusione: in precedenza un’altra collega ha patteggiato a un anno.

Decessi sospetti alla Rsa,  infermiera condannata per falso

Decessi sospetti alla Rsa, infermiera condannata per falso

E’ stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione (pena sospesa) una delle due operatrici sanitarie accusate di falsa testimonianza e calunnia nei confronti di quattro carabinieri che durante le indagini per le morti sospette alla Rsa di Offida le sentirono e verbalizzarono la loro deposizione. In precedenza un’altra collega ha patteggiato a due anni. Si sono costituiti parte civile sono stati assistiti dagli avvocati Massimo Tonoli e Andrea Traini. La seconda infermiera, difesa dall’avv. Nazario Agostini, è stata processata ieri con rito abbreviato davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Macerata. "Credo che le mie dichiarazioni siano state fraintese dai carabinieri. Io non volevo dire che i pazienti dopo il turno di Wick erano sempre in stato di semi incoscienza". E’ una delle frasi pronunciate durante il processo a Leopoldo Wick culminato con la condanna all’ergastolo dell’infermiere di origini ascolane. La testimonianza resa durante le indagini è stata significativamente corretta dalle due donne quando sono salite sul banco dei testimoni al processo celebrato davanti alla Corte d’Assise di Macerata. Per questo il procuratore di Ascoli Monti ha trasmesso gli atti alla Procura di Macerata che ha aperto un’inchiesta, conclusa con la richiesta che entrambe fossero processate per aver testimoniato il falso davanti ai giudici e aver calunniato i carabinieri. In particolare la testimonianza di una delle due donne ha avuto un peso significativo nelle indagini, ma durante il processo, invece che confermare quanto disse ai militari dell’Arma, ha fatto marcia indietro, nonostante le sue parole fossero state registrate dai carabinieri attraverso intercettazioni ambientali. Quando fu sentita dai carabinieri la donna riferì che circolavano voci circa l’abitudine di Wick a somministrare farmaci ai pazienti "in maniera irregolare". Sulle prime le ha considerate mere dicerie, ma nel tempo, anche grazie alla segnalazione di alcuni colleghi della Rsa, aveva notato che "al termine del turno di servizio di Wick molti pazienti si trovavano in stato comatoso".

Peppe Ercoli