Dragaggio, i pescatori "Che sia la volta buona"

Per alcuni esponenti della marineria nello scalo c’è sempre il rischio di rimanere incagliati.

Dragaggio, i pescatori  "Che sia la volta buona"

Dragaggio, i pescatori "Che sia la volta buona"

La notizia del via libera al dragaggio del porto è stata accolta con grande soddisfazione dalla marineria sambenedettese che spera di non restare delusa dalle attese. Contestualmente da anche alcuni suggerimenti su come evitare l’insabbiamento dello scalo.

"Non ne possiamo più di questa situazione – afferma Pietro Merlini – Speriamo che questa volta sia vero, perché sono 15 anni che assistiamo a parvenze di dragaggio e spostamento di sabbia, che sono solo soldi sprecati. Auspichiamo anche che portino il fondale a 5 metri di profondità, poiché le nostre barche, in assetto normale, pescano all’incirca a 3,70 m di profondità. Adesso per entrare ed uscire dal porto siamo stati costretti ad alleggerire la poppa ma il rischio di restare incagliati c’è sempre".

In effetti l’ultimo caso risale a qualche settimana fa quando entrando in porto vi rimase incagliata la "Nuova Trentacarlini" di Termoli il cui comandante non conosceva bene il fondale. "Finalmente abbiamo ottenuto qualcosa – esordisce Mario Carfagna – Siamo andati in Regione ed abbiamo espresso le nostre preoccupazioni poiché ogni volta all’imboccatura del porto si rischia la vita. Per fortuna la capitaneria, con il nuovo comandante, è al nostro fianco e ne abbiamo preso atto con soddisfazione. Noi non siamo andati in Regione a dire chissà cosa, ma solo a far capire che chi meglio di noi conosce il problema del porto e che in queste condizioni si rischia la vita".

"Una volta – racconta ancora il pescatore – nel nostro scalo entravano pescherecci oceanici e petroliere. Oltre a scavare il fondale, che durerà poco tempo poiché le correnti di Grecale portano molta sabbia in porto". La soluzione ci sarebbe, secondo il marittimo: "Sarebbe necessario costruire una diga foranea a mezza luna di fronte al porto, che risolverebbe il problema per sempre. Voglio aggiungere che in queste condizioni, quando il mare entra con forza in porto, le onde si infrangono contro il moletto realizzato a difesa del porto turistico e, rimbalzando, scuotono i pescherecci ormeggiati col rischio di creare danni. In quest’ultima settimana ci siamo salvati con la colma che veniva da sud e siamo usciti senza preoccupazione, perché avevamo mezzo metro in più di acqua, ma con la secca si corrono gravi rischi".

Ci vuole un attimo – argomenta ancora il marittimo chiudendo il ragionamento – per ribaltare un peschereccio in secca. Noi che conosciamo bene il fondale passiamo in un canale di pochi metri che si è creato a ridosso della scogliera del molo sud, se sbagliamo quell’ingresso si rischia la vita".

Marcello Iezzi