Il simbolo che rinasce Via ai lavori alla rocca: "Il cuore di Arquata tornerà a splendere"

E’ stato affidato l’intervento relativo al restauro e al risanamento conservativo della struttura, il sindaco Michele Franchi esulta: "L’obiettivo è valorizzare questo luogo sempre di più".

Il simbolo che rinasce  Via ai lavori alla rocca:  "Il cuore di Arquata  tornerà a splendere"

Il simbolo che rinasce Via ai lavori alla rocca: "Il cuore di Arquata tornerà a splendere"

La rinascita di Arquata, a sei anni e mezzo dal terremoto del 2016, passa anche per il suo luogo simbolo: la Rocca medioevale, che da quasi mille anni domina la Salaria e che presto tornerà al suo antico splendore. E’ stato affidato, infatti, l’intervento relativo al restauro e al risanamento conservativo della struttura, gravemente danneggiata dal sisma. L’edificio, in realtà, era stato già messo in sicurezza, ma per la riqualificazione completa è stato necessario attendere. Il sogno, adesso, si concretizzerà nel giro di qualche mese e finalmente la rocca potrà tornare ad accogliere i turisti che, prima del 2016, arrivavano da tutta Italia. "La rocca è il simbolo di Arquata e il fatto che è rimasta in piedi, nonostante le continue scosse che si sono verificate tra il 2016 e il gennaio del 2017, dimostra che noi arquatani non cadiamo mai e non ci abbattiamo – spiega il sindaco Michele Franchi –. Siamo una popolazione tenace e non vediamo l’ora che questa struttura storica torni al suo splendore originario. La riqualificazione della rocca, per Arquata, rappresenta uno step fondamentale per quanto riguarda la ricostruzione post sisma. Siamo davvero felici e speriamo che i tempi per dare inizio ai lavori siano brevi. Questo non vuol dire che bisogna fare le cose di fretta, perché l’obiettivo è valorizzare questo luogo sempre di più. E sono sicuro che riusciremo a farlo nel migliore dei modi".

La fortezza medievale di Arquata è un tipico esempio di architettura militare dell’Appennino umbro marchigiano del 13esimo secolo. Dall’aspetto compatto, isolata ed austera, è circondata da un verde parco solcato da sentieri e viottoli. La fortezza è stata di proprietà demaniale fino al 16 gennaio 1890 quando, per le sue precarie condizioni di conservazione, si è resa indispensabile la cessione, mediante un regolare atto di vendita, al Comune di Arquata. Il contratto di trasferimento della proprietà è stato in seguito riconosciuto da un decreto del ministero delle finanze datato 2 maggio 1890. Secondo la tradizione popolare, la Rocca di Arquata fu residenza della regina Giovanna d’Angiò tra il 1420 ed il 1435. La sovrana, probabilmente, avrebbe ricostruito la rocca che, all’epoca, rappresentava l’ultimo avamposto di difesa del Regno di Napoli. Il racconto vuole che la sovrana fosse abituata ad invitare nella sua stanza, posta sulla torre più alta, i giovani pastori per intrattenersi con loro durante la notte. Il destino e la sorte degli ospiti erano però legati al giudizio della donna che, se non contenta, non esitava a far appendere i malcapitati ai torrioni del maniero. Da questa storia deriva anche la definizione di ‘Castello della Regina Giovanna’.

Matteo Porfiri