La lotta degli apicoltori: "Il nostro miele va difeso"

"In sinergia con gli altri consorzi, stiamo portando avanti un progetto per un marchio tutto marchigiano. Siamo come le api nell’alveare".

La lotta degli apicoltori: "Il nostro miele va difeso"

La lotta degli apicoltori: "Il nostro miele va difeso"

Erano scesi in piazza a fine marzo per protestare contro l’importazione di miele extra europeo, e oggi continuano la loro battaglia per promuovere il prodotto locale. "Produciamo un ottimo millefiori, siamo tra le regioni con più apicultura in Italia, e abbiamo una biodiversità ancora integra" commenta Giovanni Zucconi, presidente del consorzio ‘apicultori piceni fermani’. Zucconi, quali sono le attività del consorzio?

"Svolgiamo numerose attività con lo scopo di tutelare api e apicultori oltre che promuovere quello locale. Le attività sono possibili grazie ai fondi europei a cui attingiamo annualmente tramite un bando regionale. Organizziamo convegni, corsi di formazione, progetti riguardanti le api e ovviamente forniamo consulenza per gli apicultore. Ma soprattutto promuoviamo il miele italiano e locale, con eventi e lezioni nelle scuole. A livello locale, in sinergia con gli altri consorzi, stiamo portando avanti un progetto per un marchio tutto marchigiano, ‘Marchio di miele’. La svolta per noi è stata lavorare insieme a tutti e 4 i consorzi marchigiani. Come le api lavorano insieme nell’alveare, anche gli apicultori stanno facendo lo stesso".

In quanto a miele a api, come si posizionano Ascoli e Fermo?

"Contiamo un buon numero di apicultori, censiti 3.386. La nostra regione è la nona in Italia per numero di alveare, con circa 72.000 alveari, ma è la seconda se mettiamo in relazione il numero alla superficie della regione. Siamo tra le regioni con più apicultura in Italia. E abbiamo una lunga tradizione, grazie alla biodiversità del nostro territorio, quindi produciamo, tra gli altri, un ottimo millefiori e un buonissimo castagno, premiati più volte al concorso ‘premio qualità marchigiano’".

Il cambiamento climatico vi sta mettendo a dura prova?

"Il miele è il risultato di un territorio, quindi il cambiamento climatico ci ha messo in difficoltà, in particolare nella produzione, che è sempre più scarsa. Abbiamo anche dovuto nutrire le api per evitare che morissero di fame, in momenti in cui invece avrebbero dovuto raccogliere e produrre miele. A seguito di ciò abbiamo creato una rete di monitoraggio con sentinelle che lanciano avvisi di allerta su anomalie pericolose per le api, e così riusciamo a preservare gli esemplari".

Situazione ‘miele extra Eu’, perché avete deciso di scendere in piazza a Roma?

"Siamo intervenuti per chiedere di avviare le procedure antidumping in Europa contro il miele cinese che ci sta soffocando con la sua concorrenza sleale. Non vediamo alcun futuro per noi e per le nostre api finché non decideranno di adottare i giusti provvedimenti di tutela". Ottavia Firmani