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Cronaca

Licenziato dopo l’iscrizione al sindacato, reintegrato

Per la Corte d’Appello di Ancona si è trattato di un licenziamento discriminatorio, disposto il reintegro del lavoratore sul posto di lavoro e indennizzo. Ribaltato l’esito del tribunale di Ascoli

Una manifestazione Cgil (foto d'archivio Ansa)

Una manifestazione Cgil (foto d'archivio Ansa)

Ascoli, 6 febbraio 2024 – Era stato licenziato dopo l’iscrizione al sindacato, ma per la Corte d’Appello di Ancona si è trattato di un licenziamento discriminatorio, disponendo il reintegro del lavoratore sul posto di lavoro e indennizzo.

"Giustizia è fatta”, commenta Daniele Lanni, segretario generale della Flai Cgil Ascoli Piceno nel darne notizia.

“Il lavoratore, iscritto dalla Cgil da poche settimane, era stato licenziato dall’azienda Ambrosiae Srl dopo un messaggio su whatsapp in cui comunicava la propria iscrizione al sindacato e invitava colleghi e colleghe a iscriversi anche loro per migliorare le condizioni di lavoro, considerate negative. La Corte d’Appello – si legge nella nota della Flai Cgil - ha accolto le ragioni del nostro iscritto, assistito dall’avvocato Christian Lucidi e ha ribaltato l’esito del Tribunale di Ascoli Piceno. Il risultato è che il licenziamento è stato valutato come discriminatorio ed è stato sentenziato il reintegro sul posto di lavoro e l’indennizzo per le mensilità arretrate".

"Riteniamo che semplicemente si sia affermato un principio sacrosanto: il diritto di critica verso l’azienda, soprattutto se nell’ambito dell’azione sindacale, non può essere utilizzato per licenziare”, aggiunge Lanni ribadendo che “questa sentenza afferma un principio, che l’azione sindacale non può essere perseguita, e che i diritti sindacali non possono essere calpestati. Per noi è una vittoria importantissima perché ciò che era stato colpito non era solo un lavoratore coraggioso che si era iscritto alla Cgil, ma la libertà di tutti i lavoratori di farlo senza finire licenziati o perseguiti”.