Medusa, stangata per il cambio gestione

Il tribunale ha condannato le società per violazione del diritto di prelazione dell’affittuario ’Serena Srl’: 1 milione e 350mila euro

Medusa, stangata per il cambio gestione

Medusa, stangata per il cambio gestione

Una vicenda in apparenza complicata quella dello chalet Bagni Medusa di San Benedetto, ma che in realtà sembrava molto semplice sin dall’inizio, visto il contratto che legava l’ex gestore Maria Serena Scaramucci ai proprietari. Proprio la Scaramucci, infatti, sin dal 2019 era certa che alla fine la giustizia avrebbe trionfato. "E’ vero – ha ammesso ieri decisamente soddisfatta – Ho gestito questa attività per oltre 12 anni con impegno e dedizione. Ero certa che la giustizia avrebbe fatto il suo corso, non potevo credere che chi si ingegna con furbizia per non rispettare i propri obblighi contrattuali potesse farla franca. Ai Bagni Medusa ho dedicato energie, soldi e l’amore per un lavoro che adoro. Nel 2013 subimmo i danni di un incendio doloso, ma non mollammo. Siamo stati il punto di riferimento delle notti in Riviera per tanti anni. Poi nel 2019 siamo stati costretti a risolvere il contratto di affitto di azienda per gravi inadempimenti della proprietà, decidendo di rivolgerci al tribunale contro la vecchia e la nuova società proprietaria ed i rispettivi amministratori Marco Cincolà e Robertino Tulli. Chiudere è stata una decisione sofferta, ma inevitabile. Fummo chiari nel dire ai nostri clienti che non chiudevamo per il Covid o per la crisi economica – ha proseguito Maria Serena Scaramucci – ma per il fatto che eravamo costretti a risolvere un contratto di affitto d’azienda che sarebbe scaduto nel 2029 a causa delle gravissime violazioni e menomazioni dei nostri diritti sia dei vecchi che dei nuovi proprietari della concessione demaniale. Era stato palesemente violato il nostro diritto di prelazione in caso di vendita dell’azienda, che il contratto di affitto prevedeva espressamente. Ho dedicato 12 anni della mia vita a costruire questo grande progetto, dedicandogli tutta me stessa per creare una organizzazione ed un’attività che è stata un riferimento nel settore dell’intrattenimento e del banqueting. Quando nel 2009 – ha ricordato ancora la Scaramucci – prendemmo in affitto lo stabilimento balneare proprio per gli elevati investimenti previsti, avevamo esplicitamente previsto il diritto di prelazione dell’affittuario in caso di vendita a terzi: in virtù di ciò ed a causa di ciò, ci siamo obbligati a pagare un canone annuale di affitto imponente, che abbiamo sempre onorato, e abbiamo investito nel tempo oltre un milione e mezzo di euro per trasformare quello che all’epoca era poco più di un rudere viola, nello spettacolare locale che poi è diventato. Un progetto mandato in fumo nonostante i proprietari conoscessero bene i contenuti del contratto. Non ho avuto quindi alternative che dare mandato ai miei legali perché, a tutela dei miei diritti, potessero agire in ogni singola sede competente. Oggi – ha concluso Maria Serena Scaramucci – finalmente giustizia è stata fatta e non importa quanto tempo ci vorrà per avere la somma del risarcimento danni: è comunque un grande giorno".

Valerio Rosa