Rsa di Offida, sono 5 le morti sospette

La Procura al lavoro su 20 decessi. Infermiere indagato per duplice omicidio

Il procuratore capo Umberto Monti e l'ingresso della Rsa di Offida

Il procuratore capo Umberto Monti e l'ingresso della Rsa di Offida

Offida (Ascoli Piceno), 3 aprile 2019 - Sono venti le morti avvenute alla Rsa di Offida da settembre 2018 in poi sulle quali si è concentrata l’attenzione della Procura di Ascoli. Su cinque di questi decessi, i più sospetti, sono stati trovati elementi molto importanti riguardanti la non corretta somministrazione di farmaci; in due casi, quelli di Lucia Bartolomei e Vincenzo Gabrielli, sono stati raccolti indizi di rilevanza tale da permettere al procuratore capo Monti di indagare a piede libero per duplice omicidio volontario un infermiere di 56 anni in servizio nella struttura sanitaria dell’Area Vasta n. 5.

La svolta. E’ stato proprio il caso di Gabrielli ad imprimere una ulteriore accelerazione all’inchiesta. Mentre per gli altri quattro casi sospetti era stata evidenziata una somministrazione eccessiva di farmaci rispetto alla prescrizione terapeutica, per il 93enne offidano è stato verificato che gli era stata iniettata insulina, un medicinale che invece non era assolutamente previsto nella terapia. Per la Procura non sarebbe stato però un mero errore, ma una scelta volontaria da parte di chi ha somministrato l’insulina a Gabrielli. Nel caso invece della Bartolomei, 94 anni di Ripatransone, si sarebbe invece trattato di una somministrazione eccezionalmente elevata di un farmaco, Talofen/promazina. Alla luce del caso di Gabrielli, diverso dagli altri almeno in base a quanto fin qui emerso, si stanno rileggendo e approfondendo tutte le informazioni riguardanti anche gli altri 15 casi di anziani deceduti alla Rsa di Offida.

Nuovo caso. Tra le cinque morti che più hanno insospettito la magistratura c’è quello di una anziana donna ascolana non autosufficiente che era ospite della Rsa di Offida. E’ deceduta l’1 novembre 2018 e anche la sua morte è finita all’attenzione del servizio di medicinale legale dell’Asur, prima per i controlli di ruotine successivi alla morte e poi per quelli più approfonditi con prelievi per le analisi che hanno evidenziato la massiccia presenza nel sangue di un farmaco. Nel periodo precedente, i familiari quando andavano a farle visita, riferiscono di averla più volte trovata non sveglia e la spiegazione che veniva loro data dal personale è che le erano stati somministrati farmaci per farla risposare meglio, visto che la notte si agitava e non riusciva a dormire. Ciò detto, non è affatto scontato che il decesso sia poi stata conseguenza diretta dei farmaci somministrati, dato che le sue condizioni di salute erano comunque precarie. Le indagini lo chiariranno. Venerdì prossimo il procuratore Monti darà incarico di riesumare la salma di Lucia Bartolomei e nominerà il collegio peritale che effettuerà l’autopsia non prima, però, della prossima settimana.